Per la prima volta, gli italiani si misero d’impegno a studiare il campo di battaglia, non confidando più nell’impeto garibaldino delle proprie fanterie, ma preparando meticolosamente il successo a tavolino: dopo quattordici mesi di guerra e di sforzi sanguinosi quanto inutili, i comandi italiani stavano imparando ad adattarsi alle esigenze di un conflitto moderno.