Il centro di Radiologia e Fisioterapia di Gorle aumenta i propri servizi. La struttura, situata in via Roma 28 si è dotata di un nuovo reparto di oculistica con apparecchiature e strumenti all’avanguardia.
Sarà possibile eseguire visite ed esami diagnostici con la semplice ricetta rossa. Per saperne di più abbiamo intervistato la dottoressa Paola Salvetti, responsabile del reparto di oculistica, esperta di patologie della retina e diagnostica per immagini, con una significativa esperienza internazionale in retina e nell’ambito della medicina aeronautica.
Quali servizi offrite?
Spaziamo dalla visita oculistica base a una diagnostica per immagini di altissimo livello. L’OCT Spectralis di Heidelberg Engeneering, permette di utilizzare diverse lunghezze d’onda per acquisire immagini della retina , quindi retingrafie, in contemporanea a immagini che vengono chiamate OCT, quindi tomografia a scansione ottica oppure ad immagini angiografiche. In questo modo utilizziamo appieno l’imaging multimodale che sta prendendo sempre più piede in oculistica. La retina viene visualizzata con diverse tecniche di imaging e dal confronto tra le differenti modalità si possono ottenere informazioni diagnostiche molto precise.
La comparazione viene svolta dallo specialista?
Si, lo specialista della retina confronta le informazioni raccolte da queste apparecchiature integrandole con l’anamnesi e la sintomatologia, e dunque l’ascolto attento del paziente, tracciando un inquadramento più generale qualora ci fossero patologie sistemiche che possono dare manifestazioni a livello della retina.
Esistono molte patologie retiniche?
La retina può essere lo specchio di patologie sistemiche come il diabete, patologie vascolari, genetiche, infiammatorie o infettive, che possono avere manifestazioni retiniche. Poi ci sono malattie riguardanti specificatamente la retina, che non sono necessariamente legate a problemi sistemici, come ad esempio la degenerazione maculare senile.
La retina, dunque, offre preziose informazioni sul nostro stato di salute?
Si, per esempio solitamente quando si effettua una visita oculistica si controlla anche il fondo dell’occhio permettendo di vedere la retina e lo stato dell’albero vascolare retinico. La retina è l’unica struttura del nostro organismo che consente di avere una visualizzazione diretta delle arterie e delle vene. Osservandola è possibile in alcuni casi individuare segni che possono indicare problemi di pressione arteriosa o di circolazione, e quindi indirizzare il paziente dal proprio medico di base per eseguire gli accertamenti che si rendano necessari..
Ogni quanto tempo consiglia di sottoporsi a un controllo oculistico?
Se una persona ha mai effettuato una visita oculistica è utile che la faccia perchè esistono patologie silenti, che vanno oltre alla semplice necessità di portare occhiali e che possono essere diagnosticate solo attraverso una visita. Avere una vista eccellente in termini di acuità visiva, infatti, non garantisce l’assenza di malattie oculari.Ci possono essere ad esempio nei e lesioni pigmentate che, esattamente come sulla pelle, possono essere presenti sul fondo dell’occhio e sono dunque visibili e sorvegliabili nel tempo solo attraverso l’esame del fondo oculare. Anche il glaucoma, che è una patologia del nervo ottico, in generale è indolente, e non dà sintomi evidenti se se non quando la situazione è già molto avanzata. In questo caso gli studi ci dicono che la terapia è tanto più efficace quanto prima viene iniziata: la precocità della diagnosi è dunque fondamentale per gestire correttamente la malattia nel lungo termine.
L’età incide sulla cadenza con cui è meglio effettuare le visite?
È un fattore di cui bisogna tenere conto. In linea generale, se un ventenne vede bene, non ha sintomi e non ha alcuna familiarità per patologie oculari può fare un controllo anche ogni 5 anni, mentre dai 40-45 anni in su sarebbe opportuna una visita ogni 2-3 anni anche in assenza di sintomi specifici. In presenza di disturbi visivi come miopia o ipermetropia, invece, consiglierei il controllo ogni un anno e mezzo o due, anche se la tempistica cambia a seconda della gravità e delle problematiche di ogni singolo caso. Ai pazienti diabetici viene raccomandato un controllo annuale anche in assenza di retinopatia diabetica, perchè sono soggetti maggiormente a rischio. Esistono anche alcune terapie croniche per patologie infiammatorie o autoimmuni che richiedono controlli periodici della retina dal momento che i farmaci utilizzati possono dare tossicità retinica.
Per quanto riguarda i bambini, a quanti anni bisogna fare la prima visita?
Sin da quando sono molto piccoli è importante prestare attenzione alla presenza di atteggiamenti che possano farci sospettare eventuali problemi di vista. Rappresentano possibili segnali la difficoltà nel seguire con gli occhi ciò che hanno davanti oppure porre l’occhio storto: in questi casi bisogna rivolgersi al proprio pediatra o all’oculista indipendentemente dall’età del bambino. Anche se non manifestassero sintomi, all’età di 3-4 anni è utile effettuare una prima visita soprattutto per valutare la simmetria di eventuali difetti visivi ed escludere altre patologie.
Ci spieghi
Lo sviluppo visivo è progressivo dalla nascita fino agli 8 anni circa, ma nel corso dello sviluppo possono esserci problemi di cui non necessariamente il bambino si lamenta. È il caso dell’occhio pigro, ossia quando un occhio vede normalmente mentre l’altro magari ipermetrope o significativamente astigmatico: il cervello privilegia l’informazione trasmessa dall’occhio migliore trascurando quello meno performante. In questi casi le terapie vanno instaurate durante lo sviluppo: se ci si accorge in tempo è possibile ottenere buoni risultati e fare recuperare acuità visiva anche all’occhio meno efficiente, attraverso l’uso della correzione ottica che può a volte essere associata ad una terapia occlusiva.. Quando lo sviluppo visivo è terminato le possibilità di recupero diminuiscono significativamente. A questo proposito va sottolineato un aspetto.
Quale?
Rivolgersi al medico e seguire le sue indicazioni. Sul web sono reperibili programmi e app che in teoria promettono recupero visivo, ma senza un preciso inquadramento diagnostico possono essere inutili o controproducenti. Affidarsi al medico permette di avere diagnosi precise ed essere certi di non sottovalutare un problema più grave. .
Per concludere, quali sono i suoi progetti per il futuro?
L’obiettivo che ci siamo posti è innanzitutto quello di lavorare bene per fornire un servizio di qualità ai pazienti che si rivolgono a noi. Quindi, crescere ulteriormente offrendo sempre più opzioni terapeutiche e introducendo nuove specialità complementari a quelle attuali.
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