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La mostra

“Grandi Restauri”, a Palazzo Creberg le opere di Giovan Battista Moroni e Fra Galgario

Prosegue il pluriennale progetto di Fondazione Creberg e Accademia Carrara. Sabato 28 settembre alle 17 si terrà la presentazione dell’esposizione. L’evento costituirà l’inaugurazione di “Art2Night 2024”

Bergamo. Il rapporto di collaborazione tra Fondazione Credito Bergamasco e Accademia Carrara – risalente nel tempo e costantemente rinnovato nel solco di una storica prossimità della Fondazione alla Pinacoteca cittadina – si consolida con una nuova edizione del progetto “Grandi Restauri” che vede come protagonisti Giovan Battista Moroni e Fra Galgario. Conclusi gli interventi – affidati da Fondazione Creberg a Delfina Fagnani, con la Direzione di Angelo Loda – dal 28 settembre all’8 novembre 2024 i dipinti saranno esposti a Palazzo Creberg, con ingresso libero, prima della restituzione alla Pinacoteca cittadina. Fondazione Creberg ha molto a cuore la tutela e la salvaguardia dei beni culturali; con il progetto “Grandi Restauri” è impegnata da molti anni in una capillare azione di recupero di capolavori bisognosi di cure appartenenti a chiese della Diocesi, a Musei, ad Enti e istituzioni del territorio. Particolarmente stretto il legame con l’Accademia Carrara.

“Da sempre – evidenzia Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – siamo vicini ad Accademia Carrara, Pinacoteca di eccellenza a livello internazionale; si pensi a storici interventi di riallestimento di sale espositive, al restauro di una miriade di opere, alla catalogazione e digitalizzazione di dipinti delle collezioni, al significativo impegno pluriennale di sostegno alla costituzione della Fondazione Accademia Carrara, alla significativa donazione del riallestimento globale che, nel 2015, consentì la ripartenza del Museo dopo la radicale ristrutturazione. Nel tempo abbiamo altresì sostenuto qualificati progetti di restauro finalizzati al completamento del percorso espositivo di alcune sale (“Madonna della cintura” di Giovan Paolo Cavagna, “Trinità con Cristo morto” di Palma il Giovane) e a restituire alla pubblica fruizione un corpus di opere precedentemente separate (“Trittico di Locatello” di Cariani)”. Sul fronte espositivo, il Presidente sottolinea che “dall’affascinante mostra “Lo specchio della Città” – che allestimmo a Palazzo Creberg nell’ottobre 2019 grazie al prestito, da parte del Museo, di una selezione di ritratti di personaggi bergamaschi eseguiti tra Ottocento e primo Novecento – scaturì il nostro impegno a donare il complesso restauro del monumentale “Antigone” di Giuseppe Diotti, concluso con grande successo da Delfina Fagnani. Il restauro a Palazzo Creberg di due imponenti teleri di Simone Peterzano – appartenenti alla chiesa milanese dei Santi Paolo e Barnaba – favorì poi la programmazione nel 2020, in Accademia Carrara, della prima mostra antologica dedicata a questo eccellente artista, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio”.

“Nel 2022 – conclude il presidente – restaurammo i celebri “Coniugi Spini” di Giovan Battista Moroni e il “Cristo portacroce con un devoto” di Alessandro Bonvicino detto Moretto, che divennero oggetto di un’importante mostra ad Albino, tra le prime iniziative nell’ambito delle celebrazioni di “Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023”. Il rapporto di collaborazione tra Fondazione Creberg e Accademia Carrara si consolida, quest’anno, con il ripristino di tre capolavori della Pinacoteca e con la successiva esposizione, presso Palazzo Creberg, dei dipinti, che consentirà un interessante approfondimento dedicato a Moroni e Fra Galgario, due “colonne portanti” della pittura bergamasca”. Gianpietro Bonaldi, General Manager di Fondazione Accademia Carrara, evidenzia che “molti e profondi sono i legami costruiti tra Accademia Carrara, il territorio e il mondo dell’impresa. Tra questi, senza dubbio, rappresenta un caso di eccellenza quello con Fondazione Credito Bergamasco. Ricordo, in particolare, il suo insostituibile impegno a vantaggio del nuovo allestimento museale che, nel 2015, consentì alla Carrara di riaprire dopo 8 anni di chiusura. Ricordo, ancora, come Fondazione Creberg fu tra i primissimi a credere nel nuovo modello di governance di Fondazione Accademia Carrara, aderendovi dalla sua costituzione, quale Fondatore. Ricordo, infine, l’iniziativa “Grandi Restauri”, attraverso la quale oltre 20 opere del museo sono tornate al loro originario splendore. Ecco riassunto il senso di una relazione capace di investire sul futuro, rispettando il passato e valorizzando le reciproche identità. Prendersi cura di un’istituzione museale non può avere esempio più emblematico”.

Martina Bagnoli, Direttrice Accademia Carrara, rileva che “il sostegno delle Fondazioni bancarie che operano sul territorio è uno strumento prezioso per consentire a un museo come Accademia Carrara di sviluppare una efficace programmazione di tutela e studio del proprio patrimonio. Al riguardo, la collaborazione più che decennale tra Accademia Carrara e Fondazione Creberg è un caso virtuoso di supporto da parte di un ente di emanazione bancaria a una istituzione museale, specialmente sul fronte di una delle attività fondamentali per un museo quale è il restauro. Per questa specifica occasione l’attenzione si è concentrata su un dipinto di Giovan Battista Moroni e su due di Fra Galgario, autori di cui l’Accademia Carrara custodisce un significativo corpus di dipinti. L’intervento di restauro si è rivelato occasione propizia per approfondimenti e novità che vanno ad arricchire le nostre conoscenze sulle opere e su questi artisti. A conferma del nesso inscindibile tra conservazione e studio del patrimonio museale”.

grandi restauri

I PITTORI – LE OPERE OGGETTO DI RESTAURO
Giovan Battista Moroni (Albino, 1521/1524 c. – 1579/1580 c.)
Ritratto di gentiluomo, olio su tela, 73,5 x 59,8 cm
In giovane età Moroni frequenta a lungo la bottega di Alessandro Bonvicino detto il Moretto (Brescia, 1498 c. – 1554) di cui diventa anche capace collaboratore. Non ancora trentenne ha la straordinaria occasione di lavorare a Trento, città che negli anni del suo soggiorno è in fermento per la presenza del celebre Concilio. A Trento il pittore accoglie stimoli che provengono da un ambiente aggiornato sulle esperienze figurative europee: entra in contatto con esempi della ritrattistica internazionale che sta codificando il modello dello state-portait, il ritratto ufficiale da parata. Le capacità sviluppate dal Moroni in questo genere pittorico gli danno la possibilità di eseguire ritratti molto apprezzati, tra cui quelli a figura intera dei nipoti di Cristoforo Madruzzo, Principe Vescovo della città. Al rientro nella bergamasca le referenze ottenute a Trento gli aprono le porte di una committenza di alto livello. La sua fama è legata all’attività ritrattistica che svolge per aristocratici ma anche per artigiani, piccoli commercianti, liberi professionisti, clero, nonostante sia parallelamente impegnato in opere di soggetto sacro per le chiese della bergamasca che riceveranno il plauso del Cardinale Carlo Borromeo durante la visita pastorale a Bergamo nel 1575. Il Ritratto di gentiluomo – dipinto probabilmente dopo il 1570 come segnalato da Simone Facchinetti – è appartenuto a Giovanni Morelli che lo lasciò all’Accademia Carrara nel 1891. Recentemente restaurato, rivela un personaggio di età matura di cui non si conosce, ad ora, l’identità. Paludato in un abito nero bordato di pelliccia e seduto su uno scranno con il viso rivolto verso il riguardante, l’anziano esibisce un sorriso appena accennato, intrigante e malizioso ma difficilmente afferrabile tanto da essere stato a lungo al centro dei commenti di molti studiosi, da Gustavo Frizzoni che gli dà il curioso appellativo di “vecchio uccellatore” a Bernard Berenson.
“Attraverso i restauri di numerose opere di Giovan Battista Moroni diffuse sul territorio – sottolinea Angelo Piazzoli – Fondazione Creberg desidera proseguire il percorso virtuoso di recupero e di valorizzazione di capolavori del celebre bergamasco, già sfociato in importanti interventi espositivi e culturali promossi sia a Palazzo Creberg che al Museo Diocesano di Bergamo nonché ad Albino, città natale del pittore, durante le celebrazioni del Cinquecentenario della nascita; in quella occasione presentammo il Catalogo Generale, a cura di Simone Facchinetti, un’impresa fondamentale, non esistendo ancora uno studio così analitico e completo sul pittore. Con il Capolavoro della Carrara – e con un restauro, ora in itinere, di un’opera moroniana della Chiesa di Tagliuno – saliranno a 20 le opere di Giovan Battista Moroni recuperate da Fondazione Creberg, per un totale di 34 dipinti considerando le singole opere componenti i polittici”.

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Vittore Ghislandi detto Fra Galgario (Bergamo, 1655 – 1743)
Ritratto di Francesco Maria Bruntino, olio su tela, 93 x 81 cm
Ritratto di giovane pittore, olio su tela, 76 x 65 cm
Giuseppe Ghislandi, successivamente Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario, si forma a Bergamo presso l’incisore Giacomo Cotta, attivo a Bergamo come pittore di soggetti sacri. Ancora adolescente parte per Venezia e dopo un breve rientro nella città natale, ritorna in laguna nel 1690 dove fino al 1701 è attestato prima come discepolo del friulano Sebastiano Bombelli, tra i principali ritrattisti del momento ed erede della tradizione barocca veneziana ed in seguito come pittore autonomo, probabilmente in competizione con lo stesso Bombelli. A Venezia era entrato come frate laico nell’Ordine dei frati minimi nel convento di San Francesco da Paola, assumendo il nome di Vittore e, anche per la lunga permanenza nel convento bergamasco del Galgario, viene soprannominato Fra Galgario. Rientrato a Bergamo verso il 1701, si stacca definitivamente dall’influenza del Bombelli conservando le raffinatezze cromatiche veneziane e le preziose lacche di cui fu inventore. Recuperato il tradizionale naturalismo lombardo anche grazie allo studio della ritrattistica bergamasca da Carlo Ceresa a Giovan Battista Moroni, Fra Galgario si dedica a un approccio più diretto al modello, sperimentato nelle numerose commesse arrivategli da parte dell’aristocrazia
locale, ma non solo. Il Ritratto di giovane pittore, databile al 1732 circa, uno dei suoi dipinti più celebri e ammirati, raffigura probabilmente uno di quei “ragazzetti” che lo circondavano, forse suoi scolari al convento del Galgario. Ben vestito, con lo sguardo fisso verso il riguardante, l’anonimo giovane presenta infatti sul plinto leggermente sbeccato, gli elementi di una natura morta e il disegno di quello che dovrebbe essere un putto, forse appena realizzato con lo stesso gessetto inserito nello strumento che esibisce nella mano destra. Proveniente dalla Collezione del Conte Giacomo Carrara, è stato protagonista di molte esposizioni e vanta oggi una lunga lista di pubblicazioni. Il Ritratto di Francesco Maria Bruntino del 1737, porta la medesima provenienza del precedente ma è caratterizzato da un particolare vicenda. Presentato all’asta che si tenne in Accademia Carrara nel 1835 fu acquistato in quell’occasione dal conte Guglielmo Lochis – all’epoca membro della Commissaria – e nel 1866 rientrò in museo con il legato dello stesso Lochis. Il Bruntino, qui magnificamente ritratto con sguardo altero, in realtà era un uomo umile. Come si legge nell’iscrizione che il Galgario dipinge scolpita nel marmo in secondo piano: “Franciscus Maria / Bruntinus Bergomensis / in egestate natus / picture ac librorum / Amator […]” era appassionato di belle arti. Autodidatta, era in fitta corrispondenza su argomenti artistici con il conte Carrara che lo definisce “uomo da nulla, ma oltremodo meraviglioso […] innamorato de’ buoni libri, e de’ bei quadri come un dotto e ricco letterato, e un gran signore”.

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IL RESTAURO DI FONDAZIONE CREBERG
Il delicato intervento di restauro dei tre capolavori dell’Accademia Carrara è stato eseguito da Delfina Fagnani (Studio Sesti Restauri), con la direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Bergamo e Brescia. Paolo Plebani, Conservatore dell’Accademia Carrara fa presente che «i tre dipinti restaurati da Delfina Fagnani e dai suoi collaboratori appartengono a quella tradizione di pittura della realtà che tanto ha segnato la storia figurativa lombarda e non solo. L’intervento sul “Ritratto di vecchio con barba” di Giovan Battista Moroni suggella idealmente le iniziative per il cinquecentenario della nascita del pittore di Albino e consente di confermare la piena autografia del dipinto, finora non perfettamente leggibile, offuscato come era da vernici ingiallite e da vecchi ritocchi. Il restauro di due tra le opere più celebri di Fra Galgario conservate in Accademia Carrara, il “Ritratto di giovane pittore” e il “Ritratto di Francesco Maria Bruntino”, oltre a restituire i colori scintillanti delle lacche dell’artista, consente di raccogliere, attraverso l’ausilio delle indagini scientifiche, nuove informazioni sui materiali da lui utilizzati e sulla sua straordinaria tecnica esecutiva”.
Delfina Fagnani illustra gli interventi eseguiti: “Il sottile fil rouge che lega gli autori delle tre opere prese in esame, appartenenti a quella “pittura della realtà” – che è gloria lombarda, e specificatamente bergamasca (da Lotto, adottato dalla nostra città, tramite Caravaggio e fino a Piccio) – ha favorito e reso ancor più intrigante l’occasione di studio e confronto fra produzioni distanti quasi due secoli ma caratterizzate sia dal comune senso indagatore e psicologico che dalla distinta modernità materica. Opere facenti parte delle collezioni storiche del Museo Accademia Carrara di Bergamo, ed esposte, sono state nel tempo oggetto di attenzione conservativa ed arrivate ad oggi prive di problematiche strutturali: precedenti interventi di rintelo garantiscono la stabilità dei dipinti nei loro materiali costitutivi, mentre le superfici dipinte erano invece gravate da stesure riproposte di vernici ormai ambrate e ritocchi che alteravano le rese pittoriche dei due artisti». «I dipinti sono stati inizialmente sottoposti come di prassi – sottolinea la restauratrice – ad un’ampia campagna diagnostica, e i risultati vanno a definire ulteriormente la casistica esistente riguardante il processo creativo delle due produzioni artistiche. Dal disegno autografo a pennello e la chiodatura diretta
sul recto della tela per il “Ritratto di vecchio” di G.B. Moroni all’utilizzo ripetuto e differente nella composizione pittorica sulla stessa tela per il “Ritratto di Francesco Maria Bruntino” di Fra Galgario. Con la Direzione Lavori del dr. Angelo Loda della Soprintendenza di Brescia e del dr. Paolo Plebani conservatore dell’Accademia Carrara, si sono concordati i vari step riguardanti l’alleggerimento graduale degli strati non originali che celavano gli effettivi intenti pittorici dei due grandi artisti. L’utilizzo della ormai collaudata metodologia di pulitura per micro-aspirazione simultanea delle miscele solventi (che con adeguata strumentazione diminuisce sia le interazioni chimiche negli strati pittorici che quelle meccaniche ed elimina l’uso del tampone in cotone,
materiale impattante ai fini della sostenibilità e dello smaltimento), è stata particolarmente efficace nel “Ritratto di giovane pittore”, realizzato da Fra Galgario con modalità di contrasto modernissime per l’epoca, caratterizzate da impasti significativamente materici e in alcune campiture arricchiti da granuli sabbiosi”.

“Riemerse le raffinatissime e modulate stesure originali – conclude Delfina Fagnani – si sono ripresentati evidenti i danni, se pur minimi, e le modifiche subite nel corso del tempo dai tre dipinti: queste ultime di rilievo solo per il “Ritratto di Francesco Maria Bruntino”, che, oltre ad un alleggerimento della zona di fondo limitrofa al volto causata da una differente doppia stesura dell’artista, presenta una giunta probabilmente ottocentesca lungo il bordo laterale sinistro che aumenta le dimensioni del dipinto di circa cm. 10, resa pittoricamente in continuità con la composizione originale”.
“Moroni e Fra Galgario – sottolinea Angelo Piazzoli – sono tra i maggiori protagonisti di quella “pittura della realtà” che contraddistingue la grande arte bergamasca e siamo felici di esporre a palazzo Creberg, al termine dell’eccellente restauro, questi incredibili ritratti prima della restituzione ad Accademia Carrara che ringraziamo per il prestito». Conclude Angelo Piazzoli: «A fine anno con il completamento della campagna annuale il numero complessivo dei capolavori restaurati da Fondazione
Creberg dal 2007 al 2024 – nell’ambito del progetto “Grandi Restauri” – ammonterà a 118 opere (157 dipinti, considerando i polittici). Dall’insieme di tutte queste attività, auspico si percepisca chiaramente non solo la testimonianza della ricchezza e della grande qualità del patrimonio artistico diffuso su tutto il nostro territorio, ma anche l’amorosa attenzione che gli si è voluta prestare”.

L’ESPOSIZIONE DELLE OPERE RESTAURATE
I dipinti restaurati saranno visibili nel Loggiato del Palazzo Storico del Credito Bergamasco dal 28 settembre all’8 novembre 2024 (nei giorni feriali, dalle 9 alle 13) con ingresso libero. Sabato 28 settembre (ore 17.00) presso il Salone principale di Palazzo Creberg si terrà la presentazione dell’esposizione (in concomitanza con il vernissage della mostra Gianriccardo Piccoli. Orizzonti sospesi); l’evento costituirà l’inaugurazione di “Art2Night 2024”, notte bianca dell’arte giunta alla undicesima edizione, di cui Fondazione Creberg è sin dall’origine il partner principale. Nei giorni di sabato 28 settembre e sabato 5 ottobre 2024, sono previste aperture straordinarie per l’intera giornata; entrambe le esposizioni saranno visitabili dalle 10.00 alle 19.00 e, per chi lo desidera, verranno offerte visite guidate gratuite, con inizio alle ore 10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30, 16.30, 17.30, 18.30.

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