• Abbonati
Il dramma di terno d'isola

Dai corsi a pagamento che gettano ombre sul compagno al finto Johnny Depp: gli speculatori del caso Sharon

Presunti esperti social di investigazione e stravaganti sosia in cerca di popolarità: c'è chi ha provato ad approfittare (con pessimi risultati) della tragedia che ha monopolizzato l'attenzione di tv e giornali

Al peggio non c’è mai fine, si dice. E chissà, forse è davvero così, visto che persino sulla morte della povera Sharon Verzeni c’è chi ha provato – o prova tuttora – a speculare.

È il caso di un personaggio piuttosto seguito sui social (con oltre 150 mila followers tra Facebook e Instagram) che si definisce “ex investigatore di Polizia di Stato”, nonché esperto in una moltitudine di cose.

Durante il mese di agosto (Sharon è stata uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi) questo eccentrico personaggio ha pubblicato decine e decine di video dedicati al caso di cronaca nera che ha monopolizzato l’attenzione di tv e giornali. Lo ha fatto sfornando una serie di teorie (spacciate quasi per certezze) basate sulle sue presunte capacità investigative; sulle sue presunte capacità di vedere cose che gli altri non vedono (“chi indaga, Topolino?”, ha scritto con tono denigratorio verso le forze dell’ordine).

Per carità, nessuno vuole metterle in dubbio queste sue doti, ma sul caso in questione non sembra averle messe granché in mostra. Vale la pena sottolinearlo per due motivi: innanzitutto perché a essere preso largamente di mira nei suoi video è stato il compagno di Sharon, Sergio Ruocco (ricordiamo, mai indagato), attorno al quale “l’ex investigatore” ha costruito un’aggressiva e del tutto ingiustificata campagna accusatoria, arrivando a sostenere che “in un video pubblicato in rete, se analizzato a dovere, si può rilevare una confessione del compagno di Sharon”.

Non portiamo altri esempi per non infierire – anche se ce ne sarebbero – per concentrarci su un altro aspetto: l'”esperto” propone sull’omicidio Verzeni anche una serie di eventi online a pagamento. Nulla di illecito, sia chiaro, ma giusto per far capire: uno degli ultimi “eventi” è incentrato sull'”analisi non verbale” della conferenza stampa organizzata dalla Procura il giorno dell’annuncio del fermo di Moussa Sangare, il 30enne di origini africane reo confesso del delitto (“La confessione non credibile dell’omicida perfetto – sostiene l’investigatore influencer -, piena di falle che analizzo in questo video e che la rendono per niente credibile”). Insomma, l’individuazione del colpevole sarebbe un errore che l'”esperto” è pronto a smascherare in un “webinar esclusivo” a chi è disposto a pagare 25 euro.

Andiamo avanti. C’è poi il caso dell’attore Fabio Delmiglio, sosia cinquantenne dell’attore Johnny Depp che abita a Brembate Sopra. L’uomo, nel pieno delle indagini, si è presentato ai carabinieri sostenendo di aver incontrato Sharon qualche giorno prima del delitto. Con lei ha detto di avere avviato uno scambio di messaggi per ragioni di lavoro tramite un noto social network. Stop, nient’altro.

“Domanda: si è presentato lei in caserma o è stato chiamato dai carabinieri?”, gli hanno subito chiesto alcuni giornalisti, se non altro quelli che hanno sentito odore di bruciato. Delmiglio ha subito ritrattato, dicendo di essersi “confuso” e negando di aver mai conosciuto Sharon Verzeni. Si era inventato tutto “nella speranza di un possibile ritorno pubblicitario connesso alle interviste che sarebbero derivate dalla sua convocazione e audizione in caserma”, hanno spiegato i carabinieri in una nota dopo averlo denunciato per “favoreggiamento personale”.

Morale? Forse sì, al peggio non c’è mai fine. Ma ci piace ancora credere il contrario.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI