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Il giallo di terno

Sharon, una vita senza ombre: ma i suoi familiari non sapevano di Scientology

Nessuno dei parenti finora sentiti dai carabinieri pare fosse al corrente del recente avvicinamento della 33enne al movimento religioso, a causa del quale ci sarebbero stati alcuni screzi con il compagno

Bergamo. Una serie di informazioni utili a delineare ancora meglio chi era Sharon Verzeni, descritta da tutti come una ragazza tranquilla ma con quell’interesse per Scientology di cui nessuno sapeva. Dopo gli interrogatori di mercoledì i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo e i colleghi del Ros compongono il puzzle di pezzi raccolti per avere un quadro ancora più nitido sulla 33enne uccisa per strada a Terno d’Isola ormai tre settimane fa.

Per cercare di dare un volto al suo assassino i militari hanno allargato la cerchia di conoscenze della vittima da ascoltare. Non molte, a dire il vero, e quasi tutte legate alla sfera familiare.

Dopo i fratelli e i genitori, mercoledì nuova giornata di convocazioni con la madre del compagno Sergio Ruocco, Maria Rosa Sabadini, che ha difeso il figlio respingendo qualsiasi possibile accusa nei suoi confronti. La donna, interrogata per circa tre ore, ha parlato anche di Sharon, descrivendola come una persona riservata e con una vita di coppia felice.

Anche gli zii paterni della barista, ascoltati per un paio d’ore nel pomeriggio, hanno raccontato di lei come di una ragazza con la testa sulle spalle e senza particolari rapporti che non fossero quelli di casa.

Nessuno dei parenti finora sentiti però pare fosse al corrente dell’avvicinamento della 33enne a Scientology. Un interesse recente, maturato grazie ad alcune colleghe del bar pasticceria Vanilla di Brembate in cui lavorava da un paio d’anni, con le quali il lunedì sera si recava alle riunioni del movimento religioso in un paese della zona dell’Isola.

Da verificare invece la presunta somma di denaro che Sharon avrebbe versato al gruppo e per la quale ci sarebbero state alcune discussioni con il fidanzato nei giorni precedenti l’omicidio.

Nel frattempo proseguono gli altri accertamenti dei carabinieri. A partire dalle immagini delle telecamere, dalle quali come Bergamonews aveva scritto nei giorni scorsi, sarebbe stata avvistata una bicicletta transitare in via Castegnate negli istanti in cui la 33enne veniva colpita. Il mezzo sarebbe stato notato da un testimone che abita nella zona, ma che convocato in caserma per due volte ha negato di averla vista quella sera.

 

Lettera Sharon

 

Intanto sul luogo del delitto, in mezzo ai fiori lasciati in questi giorni, qualcuno ha appeso una lettera scritta a penna su un foglio a quadretti. Contiene un messaggio di cordoglio per Sharon e un invito al suo assassino: “Caino è chiunque non parli, è chiunque non dica la verità! Caino è chi sa ma rimane in silenzio, nell’ombra e fa finta di niente (…) Nessuno può riportarcela indietro ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. Non siate complici di questa brutalità” è la riflessione che ricalca l’omelia di don Corrado Capitanio, parroco di Bottanuco, ai funerali della giovane.

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