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Parigi 2024

Paralimpiadi 2024, Martina Caironi pronta a far sognare ancora i bergamaschi

L’atleta pronta ad una nuova sfida: “Obiettivo medaglia. Il mio ricordo più bello? Sicuramente l’oro di Londra”

Bergamo. Una vita vissuta a pieno, quella di Martina Caironi. Lei, una delle atlete paralimpiche di punta del panorama nazionale, pronta all’appuntamento dei giochi di Parigi 2024, che apriranno i battenti il prossimo 28 agosto.

La bergamasca, nativa di Alzano Lombardo, sarà di scena per la quarta edizione consecutiva e nelle tre già disputate ha sempre collezionato ottimi risultati, sia nei 100 metri che nel salto in lungo: due ori (Londra 2012 e Rio 2016) e tre argenti.

Molte volte si è trovata davanti a ostacoli insormontabili, come quel tragico incidente in motorino a soli 18 anni, che le è costata l’amputazione della gamba sinistra, nel pieno dell’adolescenza, oppure la diagnosi positiva dopo un test antidoping nel 2019 che l’ha costretta ad uno stop per quattro mesi, durante i quali ha dovuto rinunciare ai Mondiali paralimpici di Dubai nello stesso anno o, ancora, il periodo del Covid.

Ma il destino si è dovuto arrendere alla forza d’animo di una donna che, arrivata alla soglia dei 35 anni (che compirà il prossimo 13 settembre), non ha mai perso la fame di risultati, regalando gioie ad un popolo intero, come quella fantastica tripletta tricolore a Tokyo 2020 insieme all’oro di Ambra Sabatini e il bronzo di Monica Contraffatto.

Nonostante gli acciacchi alla schiena di marzo, ormai un lontano ricordo, e qualche risentimento muscolare, la portabandiera a Rio2016 c’è e ha voglia di dimostrare a tutti quanto vale, iscrivendosi per l’ennesima volta nell’olimpo dei campioni; appuntamento quindi al 5 settembre per la sua prima gara nel salto in lungo, mentre il 7 sarà in pista per quei 100 che l’hanno resa immortale.

È la sua quarta Paralimpiade, si sente ormai abituata a queste competizioni oppure ogni volta è come se fosse la prima?

“Non si può parlare di abitudine in eventi del genere; c’è tanta attesa, ma ogni Paralimpiade è diversa. Ho più esperienza, ma dall’altra parte c’è l’incognita delle nuove avversarie; diventerà importante gestire sia la tensione che la pressione. Essendo più di dieci anni che gareggio a questi livelli, la fase del debutto l’ho ormai lasciata alle spalle. Sono tanti anni che la gente si aspetta qualcosa da me e so di essere un’atleta che può veramente dare tanto. Ho una gran voglia di portare risultati, ma senza ansia di prestazione, in quanto ho dimostrato parecchio. Ci tengo tantissimo, sto facendo un grossissimo sforzo per tutto questo”.

Quanto è cambiato il movimento rispetto alla sua prima partecipazione?

È cresciuto sicuramente; sono aumentati i numeri sia degli atleti, che le possibilità di fare sport. A livello italiano sono stati fatti grossi passi avanti, sia nelle varie federazioni che nelle possibilità tecniche economiche. È indubbio che ci sia ancora da fare, ma c’è maggiore attenzione nei nostri confronti: non è un caso se quest’anno i giochi saranno trasmessi anche su uno dei principali canali nazionali, è sinonimo di miglioramento.

Se ripensa ai vari intoppi che hanno provato a spezzarla, avrebbe mai immaginato di arrivare fino a questo punto della carriera?

Le cose si fanno giorno per giorno, in quei momenti non pensavo a un futuro così distante. Forse la decisione di proseguire dopo Tokyo, dovuto anche all’arrivo di avversari tosti come nel caso di Ambra Sabatini, è stata propedeutica. Sono arrivata oggi con fatica dopo i miei tanti anni di carriera; sono nel pieno delle mie forze mentali, a livello fisico ho qualche acciacco ma spero di essere al meglio per le gare.

 

Martina Caironi

 

Tra marzo e aprile ha avuto parecchi problemi fisici che l’hanno fermata, si sente di aver recuperato a pieno?

Certamente, anche se ora sono sorti altri problemi muscolari che ogni tanto si ripresentano, soprattutto nel corso della preparazione; spero non mi condizionino, sono fiduciosa.

Si considera un esempio per chi si ritrova in situazioni simili?

Per noi paralimpici essere esposti significa dare forza e motivazione a chi ha si trova nella nostra stessa posizione e non solo. D’altra parte, il livello si è alzato tanto e noi atleti siamo attenti a tutti gli aspetti: quelli sociali e di comunicazione spesso prevaricano rispetto a quello sportivo, vorrei che tutti diano più attenzione anche a questo. È con i risultati che si va avanti, dietro tutto ciò c’è tanto e lo esprimiamo ogni volta che scendiamo in pista. Nell’ultimo periodo è attiva anche una campagna che recita ‘Io non partecipo ma gareggio’, facendo capire quanto sia importante spostare anche parte dell’attenzione sull’aspetto agonistico.

Arrivare all’oro è possibile? Possiamo ancora sperare in quella incredibile tripletta nei 100?

Non è impossibile, ma sarà molto difficile. Non ho l’ossessione per il primo posto, ma voglio conquistare sicuramente una medaglia, sia nel lungo che nei 100 metri.

È una carriera piena di ricordi la sua.

Ne ho avuti talmente tanti che è difficile sceglierne uno; forse su tutti opterei per il mio primo oro a Londra nel 2012: nessuno se lo aspettava, forse nemmeno io e infatti la felicità è stata forse doppia.

Da qualche anno è tornata ad allenarsi e a vivere a Bergamo, quanto è stato fondamentale questo ritorno alle origini?

Sono tornata dopo che ho cercato un allenatore e ne ho trovato uno bravo come Gianni Marcarini. Riavvicinarmi alla famiglia è stata una coccola in più e ci si sente sempre più al proprio posto. È anche vero che sono una donna di mondo, ho girato parecchio e ci sono tanti posti dove sto bene. La differenza la fanno anche i bergamaschi che, da sempre, fanno il tifo per me e spesso mi fermano per strada, dimostrandomi quando ci tengono.

Si vociferava di una sua possibile partecipazione anche alle Paralimpiadi invernali Milano – Cortina 2026.

Per poter esserci ho bisogno di anni di preparazione e questo sogno sembra essere sfumato. Finita questa edizione non penso di avere energie per mettermi a mille su un’altra disciplina, perdipiù molto diversa da quelle che pratico (lo snowboard, ndr); rimarrà certamente un bell’hobby.

Mentre tra quattro anni?

Ad ora Los Angeles non è nei miei piani, soprattutto perché tendo a non pensarci; voglio godermi al massimo l’avventura di Parigi.

 

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