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Microcriminalità

Dal maranza, al povero fino all’insospettabile: l’identikit dei taccheggiatori da supermercato

Parlano i direttori dei punti vendita cittadini, che denunciano un aumento dei furti. Spesso chi ruba sottrae alcolici e bibite energizzanti, ma c'è chi lo fa per fame

Bergamo. Ci sono quelli che rubano alcolici e bibite energizzanti, le bande di “maranza”, i ragazzini, i senzatetto, gli insospettabili e i veri e propri ladri.

L’identikit del taccheggiatore da supermercato è ampio e variegato. Lo sanno bene i direttori e i dipendenti dei punti vendita cittadini, che si trovano a fronteggiare il problema furti quotidianamente, anche più volte al giorno.

Le telecamere del circuito di sorveglianza interno è uno strumento utile, ma spesso non basta a contrastare il fenomeno che, nell’ultimo anno, si è parecchio intensificato, a detta dei responsabili. Le caratteristiche delle persone che si aggirano per le corsie nascondendosi addosso la merce esposta, variano a seconda della zona in cui si trova il supermercato. I negozi nell’area attorno alla stazione sono quelli più bersagliati, ma i taccheggi si registrano anche nei punti vendita degli altri quartieri della città.

I direttori adottano tecniche diverse a seconda del caso e distinguono chi commette furti in modo spregiudicato da chi invece ruba per fame. E in questi casi mettono spesso mano al portafogli per pagare di tasca loro i prodotti rubati da chi si trova in uno stato di indigenza.

Solitamente, quando una persona viene colta con le mani nel sacco, viene invitata a restituire la merce o a pagarla. Se si rifiuta si minaccia la chiamata al 112 e, se ancora si ostina a non collaborare, viene chiesto l’intervento delle forze dell’ordine e si sporge denuncia.

Gli sbandati

La maggior parte dei furti nei supermercati avviene per mano di persone, quasi sempre nordafricane o sudamericane, che si aggirano nella zona delle autolinee. Cosa rubano? “Soprattutto superalcolici, lattine di bibite energizzanti, qualche tramezzino – spiega Cristian Anselmi, direttore del Carrefour di largo Rezzara -. Quando li vediamo cerchiamo di farci restituire quanto hanno sottratto, ma ci troviamo spesso davanti persone sfrontate, che arrivano a minacciare me o il personale. A quel punto scatta la denuncia, perché quello che per noi conta di più è la sicurezza dei dipendenti”.

La soluzione che Anselmi sta testando è quella di spostare la merce in un’area più sicura del supermercato: “Abbiamo sistemato i prodotti potenzialmente a rischio nella zona dietro le casse, alle spalle degli operatori, così sono meno facili da raggiungere”.

Stefano Cuminetti è il direttore di 6 Carrefour Express della città: “I punti vendita più bersagliati da questi personaggi sono quelli di via Martiri di Cefalonia e di via Tasso – spiega -. La maggior parte delle volte ci accorgiamo, anche perché se vediamo entrare delle persone che non ci convincono le teniamo d’occhio attraverso le telecamere. Ma capita anche di trovare confezioni rotte nascoste negli scaffali o buttate per terra, quindi spariscono prodotti senza che il personale, che comunque è impegnato a lavorare, se ne renda conto”.

I “maranza” e i ragazzini

“Quando vedo entrare i gruppi di “maranza” mi piazzo subito davanti alle telecamere – racconta Cuminetti -. Con loro, quando li scopro a rubare, faccio la voce grossa, li rimprovero o minaccio di chiamare i genitori o le forze dell’ordine. A volte funzione, altre no”.

Lo stesso metodo Stefano lo adotta con i ragazzini italiani: “Anche loro da qualche anno entrano spesso a rubare – spiega -. Si tratta di minorenni che trascorrono i pomeriggi in giro per la città e si portano via patatine, merendine e bibite. Quando vengono colti sul fatto si prendono una bella ramanzina e solitamente non si ripresentano, o se lo fanno pagano quello che prendono”.

I poveri e i senzatetto

Sovente chi si infila in tasca prodotti alimentari è indigente e ruba per fame. E in questi casi non è raro che i responsabili dei punti vendita paghino loro la spesa. “Mi è capitato di aver notato una signora che si nascondeva addosso un pezzo di formaggio e una busta di affettato. Quando ha oltrepassato le casse senza pagarli l’ho fermata: “Se ha bisogno me lo dice che qui nessuno le fa patire la fame”, le ho detto. E la volta successiva le ho pagato la spesa, anche perché sono un alpino in congedo e mi hanno insegnato che chi ha bisogno va aiutato. Ora quando viene paga sempre regolarmente, non ruba più”, dice Cristian Anselmi.

Lo stesso episodio è successo anche a Cuminetti: “Viene spesso un senzatetto piuttosto anziano, che bazzica in stazione. Una volta l’ho visto mentre rubava pane, latte e biscotti e ho capito che aveva fame ma non aveva i soldi per comprarsi il cibo. Così ho pagato io per lui”.

I ladri

Cuminetti distingue tra taccheggiatore e ladro: “Questi ultimi sono i più odiosi perché vogliono fare i furbi, non hanno problemi economici. Una volta ho fermato un tizio che gestisce un bar e che aveva rubato grossi quantitativi di mozzarella per pizza, salamini e confezioni di biscotti. Tutti prodotti che gli servivano per preparare le pizze da rivendere nel suo locale o da esporre alla cassa. Lui riempiva delle grosse borse per la spesa, poi si metteva vicino all’ingresso e, quando un cliente entrava e faceva scattare la fotocellula, lui usciva dalla parte non allarmata. Mi sono piazzato davanti a lui e l’ho smascherato, facendomi poi risarcire il danno”.

Anche Cristian Anselmi si è trovato a fronteggiare personaggi del genere. “Una volta è entrato in negozio un signore italiano con una valigia che ha riempito di bottiglie d’olio, probabilmente le voleva rivendere”.

Gli insospettabili

Gli insospettabili sono quei clienti che riempiono il carrello, pagano la spesa, ma alcuni prodotti se li nascondono addosso. La signora impellicciata che ruba il profumo, il distinto signore che si intasca il pezzo di formaggio grana, quello che fa scivolare in borsa una bottiglia di vino costoso. Questo tipo di “clientela” bazzica soprattutto nei supermercati di quartiere. Lo sa bene Riccardo Ceriani della Unes di piazzale Risorgimento: “Sono loro che causano i maggiori problemi e danni economici nel mio punto vendita. Gli anziani invece rubano prodotti sfiziosi che non possono permettersi, pochi rubano per necessità”.

Ceriani ha adottato un innovativo sistema di sicurezza: “Si tratta di un software abbinato alle telecamere che riconosce i comportamenti sospetti e li segnala ai dipendenti tramite un’applicazione sul cellulare. In questo modo i potenziali taccheggiatori vengono tenuti d’occhio o messi in condizione di non poter prendere la merce senza essere visti. Trovo questo sistema molto utile per prevenire i furti”.

 

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