Brembate. All’esterno del bar pasticceria ‘Vanilla’ di via Veneto a Brembate c’è un piccolo tavolo commemorativo. In mezzo ai fiori lasciati da colleghi e clienti, spicca una foto: “È Sharon“, spiega una collega. È sorridente dietro al bancone, in un giorno di lavoro come tanti altri. E poi c’è un foglietto, con il dolce ricordo di un bambino. “Ciao Sharon – si legge – grazie mille per avermi servito. Rimarrai sempre nel mio cuore”.
Il ‘Vanilla’ ha riaperto ieri (venerdì 2 agosto). Era rimasto chiuso per lutto in seguito alla morte della 33enne, accoltellata poco dopo la mezzanotte di lunedì da un killer ancora senza volto.
Le 19.30 sembrano un orario tranquillo, quindi chiediamo di poter scambiare due parole con un responsabile del bar. “Davvero, non sappiamo cosa dire – risponde una donna alla cassa -. Sharon era con noi da un anno e mezzo. Era una ragazza semplice e collaborativa, con lei non abbiamo mai avuto l’ombra di un problema. È difficile trovare un senso a ciò che è successo”. Oltre, fa capire che non se la sente di andare. Ragion per cui non insistiamo.
Anche alcuni dei clienti seduti ai tavoli ricordano Sharon. Due anziane sorseggiano una bevanda, proprio accanto al tavolino allestito per lei. “Non vorrei sbagliarmi, ma credo di averla vista un paio di volte – commenta una delle due -. Non vorremmo mai leggere certe notizie sul giornale, sembrava proprio una brava ragazza “.
A un altro tavolo siedono due donne, più giovani. “Vengo qui da tanti anni perché questo è un posto tranquillo – racconta una di loro -. Mette i brividi pensare che a una ragazza che mi ha servito al tavolo sia successa una cosa del genere. Dava l’impressione di essere molto educata con i clienti, com’è normale che sia. Davvero non ho parole”.
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