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Il progetto

Acli Bergamo, al via la nuova campagna per aiutare le persone ai margini del mercato lavorativo

"Salta su! Ripartiamo dal lavoro" è l'iniziativa promossa dalle Acli lombarde e provinciali per promuovere l'attivazione di borse lavoro

Bergamo. “Salta su! Ripartiamo dal lavoro” è la campagna delle Acli lombarde e delle Acli di Bergamo, lanciata in occasione della Festa del Lavoro, per sostenere l’occupazione delle persone ai margini del mercato lavorativo.

L’obiettivo è quello di promuovere l’attivazione di borse lavoro per sostenere economicamente e formare persone in difficoltà a livello di ricerca occupazionale. I destinatari arrivano dalla rete presente sul territorio: sportelli, circoli Acli, enti promotori o finanziatori del progetto.

“Questa campagna è parte integrante del nostro lavoro come Acli – afferma Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo -, un’associazione che ha cura del lavoro e dei lavoratori. Crediamo che il lavoro sia parte costituente della dignità di una persona. Negli ultimi anni il nostro impegno su questo fronte si è intensificato: crediamo molto nello strumento delle borse lavoro come occasione di integrazione nel mercato del lavoro”.

“Il giuslavorista Pietro Ichino, intervenuto al convegno “Bisogno di lavoro” lo scorso marzo al Centro Congressi, ha citato l’esempio virtuoso delle borse lavoro del Centro ausiliario per i minori di Milano – prosegue il presidente -. Una sperimentazione avviata negli anni Ottanta che ha anticipato di 15 anni il riconoscimento legislativo e che tra il 2012 e il 2021 ha raggiunto un tasso di successo dell’80,4%: su 123 borse lavoro attivate, in 99 casi il giovane è stato assunto dalla stessa azienda che lo aveva accolto”.

“Qui a Bergamo ci siamo ispirati a quel progetto e oggi possiamo affermare che è un modello che funziona – sottolinea -. Le borse lavoro delle Acli in questi tre anni hanno formato e aperto le porte delle aziende a persone che prima non avevano opportunità, non solo under 35 ma anche over 50. Con i primi 150 mila euro raccolti, a partire dal 2021, abbiamo dato una chance concreta a 60 persone, con un tasso di successo lavorativo che supera il 70%: oggi vogliamo rilanciare con una nuova campagna la raccolta fondi che ha permesso l’attivazione delle borse lavoro. Lo facciamo insieme alle Acli Regionali che hanno scelto di estendere il modello delle Acli bergamasche a tutte le altre province”.

Una richiesta che arriva anche dai dati: se da un lato è vero che i lavoratori sono in crescita con un tasso di disoccupazione ai minimi storici, è anche vero che si rileva un leggero aumento degli inattivi e permane il problema dell’occupazione femminile: al Centro-Nord l’occupazione femminile è al 53%, al Sud è al 30%.

“Le borse lavoro sono uno strumento che di sostegno alle persone che non sarebbero in grado di sostenere proficuamente un colloquio di lavoro – dichiara Roberto Cesa, coordinatore di Acli Rete Lavoro -. Il lavoro fa miracoli: una persona tagliata fuori dal lavoro che si alza la mattina con una cosa precisa da fare e con qualcuno che investe su di te, fa prodigi”.

 

acli lavoro

 

“Con questa iniziativa promuoviamo l’attivazione di borse lavoro per sostenere economicamente e formare persone in difficoltà a livello di ricerca occupazionale – continua Cesa -. La campagna rappresenta l’ultimo intervento, in termini temporali, che abbiamo imbastito per abbattere le barriere all’ingresso del mondo del lavoro, in particolare per i soggetti a maggior rischio di emarginazione o esclusione. Si tratta di un’operazione che prova a mettere in rete i diversi enti del territorio impegnati nel settore occupazionale: dalle aziende agli enti locali, da chi si occupa di politiche attive sul lavoro a chi di assistenza sociale”.

“Le borse lavoro rappresentano una politica attiva che mette concretamente una formazione nell’azienda – dichiara Battista Villa, volontario sportelli lavoro Isola -. Credo che sia una politica interessante che stimola una possibilità di vita anche per chi è in difficoltà: serve però la volontà di fare ed imparare”.

“Ci sono state varie esperienze concrete – testimonia Livia Marcassoli, volontaria sportelli lavoro di Nembro – Battista, ad esempio, è stato il primo iscritto qui a Nembro, un ultra sessantenne che non aveva i requisiti per arrivare alla pensione. Egli si è adattato ad un’azienda iniziando con 4 ore alla settimana per poi diventare un lavoratore part-time e in due anni raggiungere l’età pensionabile”.

“Thomas, un ragazzo che ha 27 anni che non aveva mai avuto un’esperienza lavorativa, è stato inserito in un’azienda metalmeccanica e ha ricevuto un percorso formativo – racconta -. Si è dimostrato disponibile ad apprendere e tutt’oggi lavora. La sua vita è cambiata: il lavoro gli ha ridato dignità. Jasmin era una ragazza che non trovava un inserimento nel mondo del lavoro: abbiamo investito su di lei con un percorso di studi Oss e ora anche lei ha trovato un lavoro duraturo nel tempo”.

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