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Automobile Club Bergamo

Sicurezza stradale

Il limite dei 30 all’ora e il caso di Bologna, tratti stradali da individuare con misura

Ogni statistica ripete puntualmente che la velocità dal volante è la prima causa di incidenti, ferimenti e mortalità.

L’introduzione dei 30 km all’ora per abbassare la velocità e alzare la sicurezza sulle strade ha fatto e continuerà a fare notizia per le modalità del discusso limite. Bologna, in certo qual modo, è assurta a città simbolo di questa sperimentazione, che ha trovato un certo numero di Comuni pronti a fare altrettanto un po’ dappertutto, anche alle nostre latitudini. Notizia nella notizia, facilmente prevedibile peraltro, è che in pochi, più correttamente ben pochi automobilisti si adeguano alla nuova normativa, rispettando i 30. Il “Corriere della Sera” ha voluto fare un test in strada proprio a Bologna. Risultato scoraggiante, sintetizzato in questa conclusione: “I 30 all’ora non li rispetta più nessuno, pochi controlli e troppa fretta”. Si potrebbe aggiungere, purtroppo: niente di nuovo nella pluridiagnosticata e accertata indisciplina di molti utenti della strada, automobilisti in testa. Ogni statistica ripete puntualmente che la velocità dal volante è la prima causa di incidenti, ferimenti e mortalità. Il termometro parla chiaro sulla temperatura della febbre, ma si preferisce buttarlo, piuttosto che introdurre urgenti terapie, in attesa che sia ultimata la revisione del Codice ed entrino in vigore i nuovi dispositivi.

È vero che secondo i numeri sull’incidentalità forniti dall’autorità comunale di Bologna nei primi 3 mesi dei 30 km/h i sinistri sarebbero calati del 14,5. Non è questo però il punto saliente della questione. La misura dei 30 km, prima di essere messa in atto, andrebbe esaminata per l’individuazione delle zone, poi attentamente collaudata.

Sulla Briantea, che collega Bergamo con Como, in alcuni Comuni è stato introdotto il limite dei 30 anche su tratti stradali fuori dall’abitato, laddove procedere a 30 all’ora è una palese dismisura. Esattamente come a Bologna, la maggior parte degli automobilisti e motociclisti che la percorrono la ignorano andando al doppio e anche più, così come non è considerato il rispetto della segnaletica, con sorpassi di ordinaria amministrazione sia con la striscia continua, sia con la doppia linea. E per chi si attiene ai 30 c’è un accompagnamento ripetuto di clacson e gesti eloquenti che mette a disagio i disciplinati.

Qui ci si ritrova ancora e sempre ai piedi della scala, perché il nodo mai sciolto del vecchio problema è rappresentato dall’assenza di controlli sistematici e non occasionali. Anche sulle strade della nostra provincia “corrono” eccessi di ogni genere, con sorpassi dentro gallerie e su ponti dove vige il divieto a doppia linea. Ci sono tratti, e sono anche ben noti, dove l’infrazione è la regola più che l’eccezione. Sappiamo bene che le forze dell’ordine con i loro organici non possono arrivare dappertutto: ma in questi punti nevralgici è necessario sopperire con la tecnologia, quindi con gli autovelox. E se a tale riguardo sono state riscontrate irregolarità di qualsiasi natura finalizzate a far cassa, si intervenga contro i responsabili, ma non si può rinunciare al loro apporto, facendo di ogni erba un fascio, senza intervenire contro la pericolosità conclamata.

Anche nell’attesa del nuovo Codice, che era annunciato per l’autunno scorso, le leggi ci sono e vanno applicate con la dovuta severità contro chi scambia la strada per un libero autodromo, mettendo a repentaglio l’incolumità altrui, a differenza di chi guida con correttezza, ed è la grande maggioranza degli utenti.

 

* Presidente dell’Automobile Club di Bergamo

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