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L'incontro

Bertolaso all’ospedale Papa Giovanni: “Sinergie regionali per una sanità più efficiente” fotogallery

L'assessore Regionale al Welfare Guido Bertolaso incontra la stampa per rivelare obiettivi e prospettive

Bergamo. L’Ospedale Papa Giovanni XXIII apre le porte all’Assessore Regionale al Welfare, Guido Bertolaso, al Direttore generale al Welfare di Regione Lombardia, Marzo Cozzoli, al Direttore generale di ATS Bergamo, Massimo Giupponi, al Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati, e al Direttore generale dell’ASST Bergamo Ovest, Giovanni Palazzo per l’incontro con gli stakeholder del territorio. A seguire l’Assessore Bertolaso incontra la stampa per informare sull’esito della riunione.

“Tra gli obiettivi prioritari si pone la riduzione dei tempi d’attesa attraverso un lavoro sinergico e coordinato per ottimizzare le prestazioni offerte – commenta Guido Bertolaso, Assessore Regionale al Welfare -. Emerge inoltre un crescente impegno nel contrastare il disagio giovanile, fornendo sostegno e assistenza a ragazzi che necessitano di dialogo e supporto a ogni livello. Tali giovani, spesso non avendo un reparto dedicato, finiscono in contesti non idonei alla loro situazione, evidenziando disagi significativi. Durante le discussioni con i sindaci, l’assessore ai servizi sociali del comune di Bergamo e il rettore dell’Università, è stato ribadito l’importante impegno nella formazione e nella prevenzione, aspetti a cui si attribuisce grande valore. La prevenzione include anche l’assistenza alle persone ancora in salute, promuovendo il loro benessere a lungo termine”.

In risposta alle domande della stampa, sottolinea il problema della diminuzione dei medici di famiglia nei territori. Tuttavia, fa notare che il numero di studenti che scelgono di specializzarsi in medicina di famiglia è in aumento, e fortunatamente nella regione Lombardia si riesce a garantire loro assistiti senza dover attendere tre anni, con alcuni che arrivano ad avere fino a 1000 pazienti sotto la loro cura. Inoltre, evidenzia che molti medici di famiglia provengono dagli ospedali con una vasta esperienza, e appare irragionevole impor loro di svolgere tre anni di specializzazione prima di poter praticare come medici di famiglia. Attualmente, mette in rilievo la negoziazione con il Ministero per la possibilità di ridurre questo periodo di specializzazione a massimo un anno.

“Una significativa riduzione delle liste d’attesa è già in corso – dichiara Bertolaso -. Nel corso del 2023, abbiamo registrato un aumento di 700.000 prestazioni rispetto all’anno precedente, con una crescita del 7-8%. Questo non è un problema di risorse economiche, ma di organizzazione. Lavorando in sinergia e facilitando il dialogo tra le diverse strutture, possiamo affrontare e risolvere le sfide insieme. Questo approccio permette ai cittadini di accedere più facilmente ai servizi che altrimenti sarebbero difficili da ottenere”.

“Abbiamo due pilastri dei quali ci dobbiamo occupare: la persona che viene in ospedale e che ha bisogno di essere aiutata e l’operatore sanitario che si occupa della persona – conclude l’Assessore -. Tutti e due sono per noi fondamentali”.

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