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Tribunale

Su una chiavetta i presunti abusi confidati dalla figlia: “Mamma, vuoi vedere come mi tocca il ‘nonno’?”

A processo un 76enne. In aula il racconto dei genitori della piccola: all'epoca dei primi episodi aveva solo 3 anni

Bergamo. Estate e piscina. Due parole che un bimbo – o una bimba, in questo caso – dovrebbe associare a gioco, svago, allegria. Per Ambra (nome di fantasia) non è stato così. I fatti risalgono a qualche anno fa, prima che scoppiasse la pandemia, ma nella Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo arrivano solo oggi. A raccontarli è la madre di Ambra, la stessa che ha denunciato il compagno della suocera, 76 anni, accusato di violenza sessuale nei confronti della piccola, che all’epoca dei primi episodi aveva solo 3 anni.

La madre, davanti alla Corte, parla dei presunti abusi subiti dalla figlia. Le prime confidenze risalgono appunto all’estate 2019. A quanto pare, un giorno Ambra si presentò dalla mamma senza il costumino, lo stesso che aveva indossato per rinfrescarsi nella piscinetta di casa. “Era infastidita, agitata, piangeva – ricorda la madre al collegio presieduto dal giudice Patrizia Ingrascì, a latere Laura Garufi e Francesca Mazza -. Disse che Nino (anche questo nome è di fantasia) le aveva toccato le parti intime. E che lo faceva spesso quando era dalla nonna e loro due restavano soli”.

I rapporti tra le famiglie, inevitabilmente, si incrinano. Ambra, i suoi genitori e il suo fratellino abitavano a pochi metri di distanza dalla nonna e dal compagno, ma nel settembre 2019 si trasferiscono. Per il clima di “insofferenza e paura” che si era creato, sostiene in aula la madre; mentre l’avvocato dell’imputato obietta: la famiglia aveva già partecipato a delle aste per comprare casa, quindi aveva intenzione di trasferirsi a prescindere.

I rapporti riprendono quando l’emergenza Covid non è più così emergenza. La famiglia di Ambra concede al 76enne un’altra chance. “Andava a prendere i figli all’asilo, ma non poteva fermarsi con loro da nessuna parte durante il tragitto. Doveva chiedere il permesso a me”, spiega la madre della piccola, che durante la sua testimonianza parla anche dei presunti problemi di alcolismo dell’imputato. A quel punto, senza troppi giri di parole, il pm Laura Cocucci le chiede: “Signora, come faceva a fidarsi?”. L’asilo – risponde la donna – distava da casa qualche centinaio di metri; mentre le maestre, al corrente dei presunti problemi di alcol, non ebbero mai nulla da ridire sui comportamenti del 76enne. Lei stessa ammette : “Nino era molto più presente di mio padre e c’erano stati dei momenti di ‘correzione’ – così li definisce – di alcuni suoi atteggiamenti”.

 

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Fino al 28 maggio 2021. “Quel giorno ero a casa, lavoravo in smartworking perché il fratellino di Ambra aveva la febbre”. A prendere la figlia all’asilo – spiega la donna – erano andati Nino e la suocera. Una volta a casa, chiedono di salutare il bimbo ammalato. “A quel punto ricevo una chiamata di lavoro e mi assento un attimo – prosegue la madre di Ambra -. Poi mi accorgo: non vedevo più mia figlia e Nino”. La donna cerca di mimare ai giudici la scena. Senza entrare nei dettagli (per ovvi motivi) racconta di aver visto l’anziano seduto sul divano, in atteggiamenti intimi con la bimba. “Ero scioccata, mia figlia piangeva”. E lui? “I nostri sguardi si incrociarono per qualche istante. Lo vidi fuggire dalla finestra”.

Pochi giorni dopo avere portato la piccola al Pronto soccorso e al Centro antiviolenza, scatta la denuncia. In aula, la madre parla anche di altri presunti episodi. Di quando Nino, a casa come al ristorante, “abbracciava Ambra un po’ troppo forte. Quelle che per mia suocera erano carezze – dice -, per me erano palpeggiamenti”. Alcune confidenze della piccola sarebbero state registrate su una chiavetta, poi consegnata ai carabinieri. Ambra, assicura la madre, non sarebbe stata forzata in alcun modo a parlare. “Si lasciava andare a quelle confidenze, noi volevamo solo che dimenticasse”.

Il padre della piccola ha sostanzialmente confermato la versione della moglie, ammettendo di avere percepito in ritardo il peso di ciò che stava accadendo. “Sono stato uno stupido”, ripete più volte. I giudici e il pm hanno sentito anche la donna delle pulizie che all’epoca prestava servizio in casa. Si torna in aula il 17 aprile, quando testimonierà la nonna di Ambra.

 

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