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Verso le amministrative

Fratelli d’Italia: “Il tempo pieno? Per Carnevali un premio di consolazione dopo la mancata elezione a Roma”

Continua la polemica dopo le dichiarazioni della candidata del centrosinistra. Tentorio: "Mi chiedo quante volte, da assessore, ha ricordato al suo sindaco Bruni perché non chiudesse lo studio da avvocato per dedicarsi alla sua città"

Bergamo. Non si ferma la polemica dopo le dichiarazioni di Elena Carnevali, candidata a sindaco di Bergamo per la coalizione di centrosinistra. E, dopo la replica del suo diretto avversario, Andrea Pezzotta, e quelle della Lega, ora è la volta di Fratelli d’Italia che fa sentire la sua voce per bocca di Ida Tentorio, capogruppo in consiglio comunale che parte da uno dei commenti fatti dall’ex deputata del Pd: “Saremo una squadra che lavora a tempo pieno. Così come ha fatto Giorgio che ha imposto un modello dal quale non
è possibile tornare indietro. I sindaci part time non fanno per Bergamo”.

“Ma è la stessa signora Carnevali che faceva l’assessore con il sindaco Bruni? Quante volte, in cinque lunghi anni, gli ha ricordato che non “faceva” per Bergamo se non avesse chiuso l’attività di avvocato? Quanto al modello di Giorgio (Gori ndr), ci permettiamo di sorridere: Giorgio, nel bel mezzo del suo mandato, ha deciso che il suo tempo pieno per Bergamo era finito perché voleva fare un altro tempo pieno come Presidente della Lombardia. Non chiediamo di vedere le timbrature del suo cartellino durante i mesi della campagna elettorale, ma sappiamo che sono stati gli elettori lombardi ad avergli sonoramente imposto il tempo pieno a Bergamo. Fosse stato per lui, il tempo pieno sarebbe stato molto parziale, diciamo non più del 70% del mandato degli elettori.

Il che ci porta a fare una riflessione, diremmo di ordine etico. Davvero è giusto avere una squadra che “lavora a tempo pieno” (immaginiamo 40 ore settimanali, magari da ridursi a 35) o è meglio avere una squadra che si “dedica con passione”, per tutto il tempo che serve, alla sua città? Perché non ci pare che la signora Carnevali si possa inserire agevolmente nella seconda categoria. La sua legittima aspirazione è sempre stata di lavorare come deputato: nel 2014 mica nemmeno ha fatto la mossa di mettersi a
disposizione per candidarsi a sindaco.

Nel 2022, pur sapendo che di lì a poco si sarebbe votato a Bergamo per il nuovo sindaco, si è adoperata per farsi mettere in un “collegio sicuro” milanese, per la Camera dei Deputati. In cui gli elettori non l’hanno eletta. Non è che il “tempo pieno” a Bergamo è un premio di consolazione sonoramente imposto dalle bocciature degli elettori di altri lidi? Ci sentiremmo un pochino avviliti.

Ma poi, il modello di Giorgio non ci sembra che abbia obbligato a lavorare a tempo pieno (cioè, di rinunciare totalmente alle proprie attività) agli assessori. Anzi, ci risulta che alcuni, molto di rilievo, abbiano bellamente continuato, pur “legittimamente” operando in settori oggetto della propria funzione assessorile. Dunque, non era un modello, era solo quello che andava di fare a lui, in attesa di meglio.

La signora Carnevali imporrebbe a tutti i suoi assessori di rinunciare alle proprie attività? Ovviamente, non solo a qualche ricco che ha da poco venduto l’impresa, a disoccupati della politica, a pensionati. Ma a professionisti, commercianti, artigiani ed imprenditori di tutti i settori, non è che si rischia a priori di abbassare un poco il livello della Giunta? Comunque, se pensa che sia giusto farlo, si impegni formalmente non solo per sé, per cui non è una scelta, è un dato automatico. Insomma, pensiamo che questa ossessione per il tempo pieno sia il risultato di una ricerca un po’ ondivaga di argomenti per rinfrescare l’immagine un po’ appannata, e quindi di fare di necessità virtù.

Quanto a noi, invece di parlare di queste sciocchezze, chiediamo al nostro candidato di dedicarsi con passione al suo mandato, per cinque anni, di scegliere una squadra di assessori attivi che porti esperienze e competenze (non solo esecutori di ordini) di coordinare la macchina amministrativa del Comune, in modo che siano valorizzate le capacità, l’iniziativa e lo spirito di innovazione”.

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