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Ambiente

Smog, i dati shock della Pianura Padana: Bergamo non se la passa tanto meglio di Milano

La città e la pianura registrano concentrazioni di polveri sottili non distanti dalle rilevazioni milanesi: da martedì 20 febbraio attive le limitazioni di primo livello, Ferrara (3BMeteo): "La mancanza di precipitazioni e ventilazione causa il ristagno delle sostanze inquinanti"

Bergamo. Un quadro regionale critico che porta anche nel territorio bergamasco una qualità dell’aria “scadente” e, secondo Legambiente, mai così preoccupante dall’inverno del 2017.

L’inquinamento atmosferico è tornato ad essere un tema di estrema attualità dopo la statistica apparsa oggi (19 febbraio) sul Sole24Ore, che ha segnalato come il Comune di Milano sia ormai da diversi giorni stabilmente nei primi posti della graduatoria delle città più inquinate al mondo secondo il sito svizzero IQAir, che rileva la qualità dell’aria basandosi sull’indice di qualità dell’aria degli Stati Uniti (nella giornata di ieri – domenica 18 febbraio – la metropoli si posizionava temporaneamente al quarto posto globale).

Il capoluogo regionale è ai vertici della classifica insieme ad alcune grandi città asiatiche – come Dacca (Bangladesh), Lahore (Pakistan) e Delhi (India) -, con un punteggio finale di 199 e un colore tremendamente rosso ad indicare l’insalubrità dell’aria milanese. Un dato che nel corso della giornata ha portato ad una graffiante polemica con il sindaco Giuseppe Sala che ha espressamente messo in dubbio la serietà e la veridicità dell’indagine.

Ma come è la situazione a Bergamo e in provincia? La città orobica si situa a circa 56 chilometri di distanza da Milano, ma i territori delle due province si toccano amalgamandosi nell’estesa Val Padana. Come noto, una delle aree geografiche più inquinate del pianeta.

“Domenica 18 febbraio è stato rilevato il picco dell’inquinamento in quest’inizio di 2024 a causa del ristagno delle sostanze inquinanti nella Pianura Padana dettato dalla mancanza di precipitazioni e di ventilazione – commenta Edoardo Ferrara, esperto di 3BMeteo -. L’area della Val Padana rimane chiusa tra le Alpi e gli Appennini: quando si verificano situazioni anticicloniche come quella che stiamo vivendo, le polveri sottili non vengono ripulite dall’atmosfera e rimangono concentrate nelle zone dove le emissioni inquinanti sono maggiori”.

Nelle ultime settimane la qualità dell’aria registrata in Bergamasca è risultata scadente almeno fino ai 300 metri di quota, con concentrazioni di polvere sottili che superano i 70-80 microgrammi per metro cubo (dati 3BMeteo), con picchi locali di 100-110: in pianura i livelli registrati non sono così distanti da quelli rilevati a Milano.

“Nelle valli la situazione è migliore, con l’aumento di quota e la contemporanea diminuzione delle emissioni industriali – prosegue l’esperto -. Bisogna ricordare che l’inquinamento atmosferico non è visibile: la foschia che si nota in questi giorni, specialmente al mattino, è indotta dalla forte presenza di umidità. L’aria può risultare molto inquinata anche senza nebbia: se è vero che al mattino si nota questa coltre, di giorno l’umidità scende e la nebbia scompare, ma non l’inquinamento rimane”.

Ad essere preoccupanti sono in particolare le quantità rilevate di PM10 e PM2.5. La prima è la povere sottile con il diametro maggiore (inferiore a 10µm), la seconda è invece la più pericolosa per la salute. L’alta pressione causa una stratificazione delle sostanze inquinanti, emesse dagli stabilimenti industriali presenti in larga scala nella Pianura Padana: queste polveri filtrano le protezioni naturali del nostro organismo portando, a lungo termine, ad un aumento del rischio di patologie.

 

tabellina Legaambiente
L'elaborazione dei dati Arpa Lombardia diramata da Legambiente

 

I dati di Arpa Lombardia (elaborati da Legambiente) mostrano come a Bergamo sono ben 27 i giorni in cui è stata superata la soglia critica di concentrazione di PM10 (50 microgrammi per metro cubo) in questo inizio 2024, nel periodo 1 gennaio-18 febbraio.

 

tabella legambiente

 

Il sito svizzero (IQAir) indica come la concentrazione di PM2.5 a Milano sia 29.7 volte maggiore del valore guida della qualità dell’aria indicato dall’Oms: a Bergamo lo stesso dato è 11.5 volte superiore a quello ideale. Un numero sicuramente inferiore rispetto quello rilevato nella città meneghina ma che porta allo stesso modo ad una chiara definizione dell’aria in città come “Non Salutare”.

Nel frattempo Regione Lombardia ha ufficializzato l’introduzione di stringenti limitazioni finalizzate alla riduzione delle emissioni inquinanti: a partire da martedì 20 febbraio misure temporanee di primo livello saranno attivate nelle province che hanno raggiunto almeno il quarto giorno consecutivo di polveri sottili oltre la soglia di guardia: nell’elenco è presente anche il territorio bergamasco. Le altre province lombarde coinvolte sono Milano, Monza, Como, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia.

Le misure prevedono in tutti i comuni delle province coinvolte il divieto di combustioni e di accensione di fuochi all’aperto: in quelli con più di 30.000 abitanti è prevista anche la limitazione alla circolazione di tutti i veicoli Euro 0 e 1 di qualsiasi alimentazione e dei veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio, tutti i giorni dalle 7,30 alle 19,30.

“A partire da giovedì, con l’arrivo delle perturbazioni atlantiche, dovrebbe verificarsi un netto miglioramento dell’aria grazie alla pulizia atmosferica del vento – conclude – Deve essere tuttavia chiaro che, con il ritorno dell’anticiclone, rischieremo di essere a breve punto a capo”.

 

 

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