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I grandi della storia

I grandi della storia

Cartesio e quell’idea di esistere in quanto essere pensante

La gerarchia dell’apprendimento moderno passa, coi debiti aggiustamenti, attraverso i tre stadi della scienza postulati da Cartesio: scienze cardinali, sperimentali e liberali

L’11 febbraio di 374 anni fa, a Stoccolma, moriva René Descartes: il padre del pensiero razionale europeo.

Era nato in Turenna, nel 1596. Noi lo conosciamo come Cartesio e, per la verità, la maggior parte del pubblico lo ricorda soltanto per il celebre aforisma: cogito ergo sum.

In quell’idea di esistere in quanto essere pensante, tuttavia, c’è davvero l’identità del pensiero moderno dell’Occidente, cui Cartesio offrì una formidabile arma intellettuale: il partire dal semplice per giungere al complesso, dal facilmente intuibile per costruire l’elaborato. In altre parole, l’utilizzo della ragione per costruire la spiegazione dell’universo. E’ singolare che alcune tra le menti eccelse del pensiero scientifico e matematico siano fiorite in quello che, non a torto, venne definito “secolo di ferro”: due anni prima della morte dello studioso, infatti, si era conclusa la guerra dei trent’anni, ovvero uno dei più devastanti e terribili conflitti della storia umana. E, d’altronde, negli stessi anni in cui Cartesio stava scrivendo una delle sue opere capitali, “Le Monde ou le traité de la lumière”, Galileo subiva il processo inquisitorio e la messa all’indice del suo “Dialogo sopra i due massimi sistemi“.

La qual cosa ci permette di dire che, in quel travagliatissimo XVII secolo, si scontravano due Weltanschauung del tutto opposte: quella della difesa caparbia del dogma e quella della ricerca della verità, attraverso la scienza, la matematica, la ragione. Cartesio fu, probabilmente, la personalità più importante di questo vasto e complesso processo evolutivo del metodo razionale: coi suoi principi di fisica e con il suo esame della materia e dei tre principi naturali egli gettò le basi della scienza moderna. Naturalmente, come tutti i grandi precursori, Descartes fu avversato dai misoneisti: come Galilei venne perseguitato dalla chiesa romana, così, per lo studioso francese, oltre a una tardiva riprovazione cattolica, accadde per quella protestante.

I Calvinisti, in particolare, lo accusarono addirittura di essere ateo, laddove il tentativo cartesiano di mettere ordine nell’universo rappresenta esattamente l’opposto dell’ateismo. Insomma, come spesso accade, la grandezza del pensiero e delle intuizioni di Cartesio diede origine a critiche e a controversie, fino a quando il definitivo affermarsi del razionalismo settecentesco non ne sdoganò la filosofia. Oltre all’originalità del pensiero razionale, va anche detto che la scienza cartesiana era anticipatamente ‘multitasking’: secondo lo studioso, le varie branche della scienza non andavano ognuna per suo conto, ma erano tutte collegate e necessitavano di un metodo comune.

In fondo, anche la gerarchia dell’apprendimento moderno passa, coi debiti aggiustamenti, attraverso i tre stadi della scienza postulati da Cartesio: scienze cardinali, sperimentali e liberali. Insomma, noi siamo grandemente debitori verso questo filosofo matematico (o matematico filosofo) del nostro intero sistema speculativo: eppure, come dicevamo all’inizio, pochissimi lo conoscono e non molti lo hanno sentito nominare o lo sanno collocare nella storia. E si badi bene che perfino la risposta a monte di molti problemi di carattere psicologico, che, ai nostri giorni paiono sopravanzare tutti gli altri, nelle relazioni interpersonali, si può trovare in quella suddivisione cartesiana fra “res extensa” ovvero la realtà fenomenica, e “res cogitans”, vale a dire la nostra psiche.

Quante cose aveva intuito Cartesio! E chissà quante altre ne avrebbe potuto intuire, se l’inverno svedese non gli avesse procurato una polmonite fatale. Quell’11 febbraio del 1650, appunto.

marco cimmino

* Marco Cimmino è uno storico bergamasco, classe 1960. Specializzato nello studio della guerra moderna, fa parte della Società Italiana di Storia Militare. Ha all’attivo numerosi saggi storici, prevalentemente sulla Grande Guerra e collabora con diverse testate, nazionali e locali. Per Bergamonews ha curato, in precedenza, una storia a puntate della prima guerra mondiale e una storia dell’Unione Europea.

 

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