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La reazione

Omicidio al semaforo, l’avvocato di parte civile: “Riconosciuti i futilissimi motivi”

La figlia della vittima, Martina Monguzzi, alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime. La famiglia soddisfatta della condanna a 14 anni per Vittorio Belotti

Montello. Alla lettura del dispositivo che ha visto la condanna a 14 anni di Vittorio Belotti per omicidio volontario, Martina Monguzzi si è commossa. Attorniata da parenti e amici, sorrideva tra le lacrime. Perché la vittima era Walter, suo padre, 55 anni, morto sull’asfalto di via Papa Giovanni a Montello il 30 ottobre 2022.

Il motociclista è stato speronato dall’imputato in seguito ad un diverbio al semaforo. L’urto lo ha fatto cadere ed è finito sulla carreggiata opposta proprio mentre stava sopraggiungendo una Bmw, che lo ha inevitabilmente investito.

“Siamo soddisfatti dell’esito del processo – ha dichiarato l’avvocato di parte civile Federico Pedersoli -. Secondo noi sono state riconosciute le nostre argomentazioni che erano fondamentalmente due: si è trattato di uno speronamento grave e quindi di un omicidio volontario con dolo eventuale e, soprattutto, che i motivi erano futilissimi. Ne consegue una pena che rispettiamo e che ci consente di aver scritto una pagina secondo noi di giustizia per questo caso che si presentava delicato anche a livello giuridico”.

Le tappe del processo

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 24 anni per Vittorio Belotti, definito dal pm Letizia Aloisio “una persona che, dietro all’apparente mitezza, nasconde un’indole spregiudicata, aggressiva, violenta e litigiosa e che, secondo l’accusa, ha cercato di difendersi dicendo bugie e non mostrando mai un segno di pentimento, di dispiacere, di pietà nei confronti della vittima”.

Secondo l’accusa, in seguito alla lite, Monguzzi ha tentato di tenere lontana la Panda dell’imputato, che sterzava per speronarlo, allungando una gamba. Sulla carrozzeria dell’auto infatti non c’era nessun avvallamento, nessun segno di calcio.

Omicidio al semaforo: il pm chiede 24 anni per Vittorio Belotti

Secondo la difesa, retta dagli avvocati Andrea Pezzotta e Nicola Stocco, Vittorio Belotti era la vittima. I calci Walter Monguzzi li avrebbe sferrati con violenza proprio per danneggiare l’auto e, sollevando la gamba per colpire la portiera, si sarebbe sbilanciato cadendo e venendo travolto dalla Bmw. Secondo la linea difensiva l’imputato si sarebbe quindi solo difeso dall’aggressione del motociclista.

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“Non volevo fargli del male, non l’ho urtato con intenzione. Ero spaventato, ho visto che cadeva, ma ho avuto paura e sono scappato. Non ho nemmeno capito perché ce l’avesse con me”. Questo è quanto dichiarato in aula da Vittorio Belotti.

Omicidio al semaforo, l’imputato: “Non volevo fargli male, non l’ho urtato con intenzione”

Le motivazione della sentenza emessa lunedì 18 dicembre dalla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo verranno depositate tra 90 giorni. Dopo averle lette i difensori decideranno se fare ricorso in appello.

 

Belotti Monguzzi

 

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