Bergamo. Poche ore dopo il presunto femminicidio di La Spezia, Bergamo torna di nuovo in piazza per dire ancora basta alla violenza di genere. Venerdì 8 dicembre alle 17 la sezione cittadina di Non una di meno aveva già organizzato un presidio in Largo Rezzara dopo le manifestazioni dei giorni scorsi seguite all’omicidio di Giulia Cecchetin da parte del fidanzato Filippo Turetta.
Una cinquantina le persone presenti, donne ma anche uomini, divisi in quattro gruppi che imbracciavano altrettanti striscioni. Uno era quello ormai noto “Per Giulia, per tutte”, uno quello di “Non una di meno” e gli altri due riportavano un triste elenco con i nomi delle donne vittime di violenza.
Tra gli interventi al microfono largo spazio proprio al caso di Giulia, la cui terribile morte ha segnato un passaggio nelle percezione e consapevolezza collettive. Citato anche il padre della ragazza, Gino Cecchettin, che durante il funerale ha detto: “Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne (…). Ci sono tante responsabilità – ha continuato – ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi, per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell’altro”.
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