Siamo arrivati all’ultimo appuntamento con la rassegna cinematografica “Mondovisioni” curata da Internazionale, con “20 days in Mariupol”. Alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, tra bombe e fuga di massa dei cittadini, gli unici che rimangono a documentare le atrocità della guerra sono questi giornalisti che attraverso testimonianze dirette e immagini documentano la distruzione di un’intera città, smentendo la disinformazione russa.
Il giornalista ucraino Mstyslav Chernov a un certo punto sembra intenzionato a smettere di filmare quanto accade, ma sono proprio i cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone.
“Fin dal giorno dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, la città di Bergamo si è mobilitata per fare fronte a questa tremenda tragedia umanitaria che ha scioccato l’intera Europa. A distanza di due anni, anche se le luci dei riflettori si sono spente, sono ancora moltissime le persone che operano all’interno dell’accoglienza e che sostengono la cura dei nuclei familiari giunti in città. La doppia assenza, la perdita dell’assetto familiare e il senso di colpa per aver abbandonato il proprio Paese sono solo alcune delle grandi sfide che questa ondata di profughi porta con sé. Si lavora a fianco di persone in attesa di una pace che non accenna ad arrivare, disorientate dalla ormai disillusa speranza di poter fare rientro nella propria Terra. È in questa fase di arresa accettazione che le famiglie si attivano per riprogrammare la propria vita in Italia ed è proprio oggi che una città presente e vicina può fare la differenza”, questo il commento della Cooperativa Ruah che presenterà il documentario il prossimo 12 dicembre.
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