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La protesta

Same, sciopero e lavoratori in corteo: “No alla nuova riforma pensioni”

I lavoratori della storica azienda trevigliese sono scesi in strada per dire no ai cambiamenti presenti nella bozza della legge di Bilancio, che porteranno a un inasprimento della legge Fornero

Treviglio. Mattinata di sciopero quella di martedì (7 novembre) per più di 500 dipendenti della storica azienda trevigliese Same SDF, che con Fiom Cigl hanno sfilato per le strade della città urlando a gran voce il proprio no alla nuova riforma delle pensioni.

Poco prima delle 8.00 ha iniziato a formarsi un picchetto di lavoratori davanti ai cancelli dell’azienda, che si è ingrandito fino alle 9.30, ora in cui è iniziato il corteo spontaneo, che ha rallentato parte della circolazione stradale. A presidiare la situazione il commissariato di Polizia, i carabinieri e la polizia locale.

 

Sciopero Same

 

Il messaggio è forte e chiaro: i cambiamenti previsti nell’ultima bozza della legge di Bilancio non sono graditi, perché non faranno altro che inasprire la già tanto detestata legge Fornero. I 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) necessari per la pensione anticipata saranno nuovamente connessi all’aspettativa di vita, ma a partire dal 2025, anziché dal 2027. Ciò significa che si andrà verso quota 43 per gli uomini e quota 42 per le donne, e non 41 come era stato promesso in tempo di elezioni.

R.V., delegato Fiom che da 28 anni lavora nella linea di montaggio trattori di Same, ha commentato: “Chi è al governo ora, ha parlato a vanvera prima di sedersi in Parlamento, dicendo che avrebbe permesso di andare in pensione con 41 anni di contributi, ma come possiamo vedere non è così. Io andrò in pensione il prossimo anno, ma sono qui a protestare perché ci son tanti giovani lavoratori coinvolti, e per loro saranno tempi duri.  Dobbiamo far sentire il nostro dissenso, sennò non cambierà mai nulla”.

Eliana Como, sindacalista Fiom nazionale presente alla manifestazione, ha commentato: “Tutte le promesse fatte sulla pensione a 41 anni cadono. Dal 2025, gli anni di lavoro per andare in pensione supereranno i 43. Viene ripristinato l’odioso meccanismo di aumento automatico dell’età legato all’aspettativa di vita. Inoltre, si conferma la già inutile quota 103 a 62 anni più 41 di contributi con forti penalizzazioni sull’assegno e la finestra a sette mesi (nove nel privato). Opzione donna, nel giro di due leggi di bilancio, è stata praticamente cancellata: si arriva a 61 anni per le donne senza figli e criteri di accesso quasi impossibili.

 

Sciopero Same

 

Nel mentre, il Governo fa cassa sui lavoratori e lavoratrici di sanità, enti locali e scuole paritarie, tagliando pesantemente le loro pensioni se hanno iniziato a lavorare prima del 1993 – ha proseguito –. Avevano promesso di cancellare la legge Fornero, ma l’hanno peggiorata. Tanti operai che oggi sono qui ci avevano creduto e li avevano votati per questo: ora si sentono traditi. Vogliamo che arrivi un messaggio forte e chiaro anche alle altre fabbriche: è ora che ci svegliamo, e al prossimo sciopero generale ci dobbiamo far sentire, perché gli operai e le operaie di tutt’Italia non ne possono più di questa situazione”.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 24 novembre, giornata di sciopero generale.

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