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Atalanta

Il dualismo Musso-Carnesecchi: la scelta è (anche) questione di caratteristiche

L'analisi dei due portieri dell'Atalanta, con i loro pregi e difetti, e la scelta tecnica chiara di Gian Piero Gasperini

Bergamo. Gasperini sabato in conferenza è stato chiarissimo: “Non si può condannare il portiere su ogni errore”. Quello contro l’Inter è stato il primo errore di una stagione, quella di Juan Musso, fino ad ora eccellente: dalla parata salva risultato di Lisbona fino alla solida prestazione di Empoli della scorsa settimana.

Un errore, quello che ha portato al rigore del vantaggio dell’Inter, che ha tuttavia riacceso ancora una volta il dibattito sul dualismo tra il portiere argentino e Marco Carnesecchi. Un dualismo sul quale l’allenatore di Grugliasco era stato altrettanto chiaro lo scorso luglio, al termine del ritiro di Clusone: “Quello che penso è che non va bene che siano loro i due portieri, perché entrambi meritano di giocare: non so chi accetterebbe di fare il secondo all’altro”.

Messi fin da subito in competizione, i due hanno sino ad ora risposto alla grande: il posto da titolare di Musso non è mai stato in discussione – esclusivamente grazie alle sue performance – ma Carnesecchi, quando chiamato in causa, ha dimostrato affidabilità e sicurezza. Due portieri sicuramente di altissimo livello, che forse l’Atalanta in tutta la sua storia non ha mai avuto in organico – in contemporanea, s’intende.

Certo, le prime due stagioni di Musso in nerazzurro sono state tutto tranne che indimenticabili: da quando è arrivato a Bergamo il portiere, campione del Sud America con la sua nazionale nel 2021, ha avuto diversi momenti poco brillanti, perdendo anche il posto da titolare sul finale dello scorso anno a favore di Marco Sportiello. Nonostante questo Gasperini ha scelto in modo evidente di affidargli nuovamente le chiavi della porta della Dea.

Due portieri tanto forti quanto diversi, per stile, caratteristiche e ‘carta d’identità’. A riguardo l’anno scorso – quando ancora Carnesecchi militava tra le file della Cremonese – avevamo chiesto un parere, oltre che un’analisi squisitamente tecnica, all’ex estremo difensore della Dea Alex Calderoni.

 

Alex Calderoni
Alex Calderoni in una foto d'archivio

 

Classe 1994 l’argentino, sei anni di meno Carnesecchi: se Musso può vantare già 5 stagioni da titolare in Serie A, il giovane cresciuto tra Cesena e il settore giovanile orobico ha avuto l’esordio tra i grandi solamente nella passata stagione. Il discorso sull’età comporta naturalmente una rilevante conseguenza logica: quali sono i margini di miglioramento del 23enne romagnolo? Al contrario, Musso ha raggiunto la sua definitiva maturità?

Lo scorso anno con la maglia della Cremonese Carnesecchi ha offerto alcune grandi prestazioni, in cui veniva spesso chiamato in causa con grande continuità vista la situazione in cui si trovava la squadra. Un aspetto in cui può migliorare è quello legato alla capacità di rimanere mentalmente dentro alla partita anche nelle occasioni in cui viene raramente coinvolto nell’arco dei 90 minuti: un’abilità che Musso ha affinato negli ultimi anni da titolare in una squadra con una dimensione europea come l’Atalanta. Poche parate, spesso decisive. Come a Lisbona.

Come ai tempi evidenziato da Calderoni, i due possiedono inoltre stili molto diversi. Carnesecchi rappresenta l’ennesimo prodotto dell’eccellente – e tradizionale – scuola italiana: una scuola che fa del riflesso, della reazione e dell’agilità i cardini della propria filosofia da applicare al ruolo. All’opposto Musso para ‘alla tedesca‘, esalta il suo senso della posizione per porlo al centro dei suoi interventi: letale nelle uscite (commento tristemente ironico visto l’errore di sabato scorso), l’ex Udinese utilizza tutto il corpo per coprire lo specchio della porta, rimpicciolendolo terribilmente agli attaccanti avversari. Uscite (e parate) a croce, alla Neuer.

Un ulteriore spunto di riflessione e di confronto tra i due atalantini lo offre la loro autorevolezza nella gestione della difesa: una qualità in cui Musso non è mai apparso estremamente a suo agio, anche proprio a causa della sua ‘formazione’, e in cui invece Carnesecchi sembra manifestare attributi importanti ma sicuramente da sviluppare. Certamente anche la prospettiva mercato potrà svolgere un ruolo chiave nella decisione futura sulla loro eventuale permanenza a Bergamo, un aspetto da non sottovalutare nelle considerazioni che a fine anno andranno necessariamente fatte.

In conclusione, come dichiarò Calderoni: “Si possono tenere entrambi, mettendoli in competizione. Sicuramente serve chiarezza, a prescindere dalla situazione”. E, nelle decisioni di Gasperini, la chiarezza non sembra essere fino ad ora mai mancata.

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