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Il concerto

Davide Van de Sfroos arriva a Seriate: sarà al Gavazzeni per il suo nuovo tour

La data da segnare sul calendario per tutti i fan è quella del 5 aprile

Seriate. Il 5 aprile Davide Van de Sfroos fa tappa al cineteatro Gavazzeni di Seriate, in via Carlo Cattaneo 1, con il nuovo Manoglia Tour che prende il via il 9 febbraio 2024 dal Teatro Nuovo di Arcore per poi proseguire nei principali teatri italiani e svizzeri. Il tour segue l’uscita dell’ultimo album di inediti Manoglia. Oltre a portare sul palco del teatro Gavazzeni le canzoni del nuovo disco, Davide Van de Sfroos propone anche i brani storici della sua trentennale carriera. Un’occasione speciale per il cantautore che prosegue il suo viaggio live, seguendo sempre un itinerario emotivo oltre che geografico, per abbracciare il suo pubblico nella dimensione intima per eccellenza che è quella dei teatri, per camminare tra strade e persone che collegano un passato fatto di memorie, nostalgie, storie, valori ed esperienze a cui continuare ad attingere e a rendere omaggio, il presente come spazio e momento di equilibrio, di presa di fiato e di coscienza e come terreno di speranza e un futuro che non si può prevedere né manovrare, ma che tiene sicuramente lo sguardo e le intenzioni a tempi lontani.

I biglietti a 39 euro, compresa prevendita, per platea numerata sono disponibili da martedì 31 ottobre su ticketone.it e alla biglietteria del Cineteatro Gavazzeni. Per info e prevendite: tel. 035.294868.

“Mi sono abituato, suonando nei teatri, a comprendere che proprio per il tipo di acustica e di attenzione del pubblico, una sezione ritmica troppo pesante in questo luogo risulta inutile. Quando poi hai a che fare con un disco come “Manoglia”, che è addirittura acustico, sarebbe addirittura sciocco esagerare o mettere in scaletta, al fianco di questi brani, brani totalmente differenti dal punto di vista dell’arrangiamento e dello spirito. – racconta Van De Sfroos. Però la provocazione c’è; svuoteremo alcuni brani storici rendendoli più morbidi, più acustici e dilatati, magari aggiungendo qualche ritmica interessante a brani di “Manoglia” come “Zia Nora”, “La Ballata del Mascheraio”. Poi ovviamente, proprio per uno spettacolo di questo tipo, nella creazione della scaletta cercheremo dei brani che possano star bene con questo mood; siccome il disco è diventato, dal punto di vista dei colori e dei suoni, molto concettuale, andremo a cercare alcuni brani del passato che stiano bene dentro la sfera di “Manoglia”. Penseremo a una batteria con ampio respiro, con anche delle spazzole, percussioni presenti ma morbide, l’organico della band ci sarà, come la ritmica, non può essere tutto vuoto. Sicuramente è molto stimolante lavorare su un disco così, proprio perché siamo in teatro. Se i concerti nelle piazze o all’aperto sono molto potenti a livello di energia e di spinta un po’ rock-folk, il teatro permette di affondare dentro un tipo di sound diverso, è un luogo che ha un magnetismo tutto suo che ti consente di cambiare linguaggio, specialmente nei confronti del pubblico. Puoi rivolgerti quasi più intimamente agli spettatori, raccontando frammenti di storie con calma, puoi dedicarti di più alla poetica piuttosto che all’irruenza del brano e, ovviamente, emergono tutti quei colori che solo in teatro possono venir fuori. Sicuramente non mancheranno in scaletta pezzi del passato, magari inseriremo brani che sono nati già un po’ in “stile Manoglia”, altri li adatteremo al mood acustico con un pizzico di arrangiamento; la missione è quella di creare uno spettacolo che abbia una giusta credibilità di suono, tra canzoni nuove e più datate. L’avventura si fa interessante”.

L’ALBUM MANOGLIA
L’album Manoglia (BMG/MyNina), entrato in Top 10 nella classifica dei dischi e vinili più venduti in Italia, è disponibile solamente in vinile, in versione vinile colorato in edizione limitata e numerata, in CD e in download. Contiene 11 tracce inedite che hanno preso vita negli anni e sono rimaste gelosamente custodite in un cassetto, o in una tasca come amuleti, in attesa fosse maturo il tempo per venire alla luce. Brani che Davide, inizialmente, ha scritto per se stesso e ha conservato in una cantina speciale, nei suoi taccuini pieni di annotazioni naturali ed emotive, come fossero testimonianza di esperienze, pensieri, momenti vissuti, e che ora, pur mantenendo un sacro carattere intimistico e personale, il cantautore ha deciso di far uscire dalla penombra per permettere loro di fiorire, in segno di rinascita e ripartenza.

Questo disco dalla profonda impronta naturalistica e ambientale, come si evince anche dal titolo Manoglia (“magnolia” in dialetto laghée), è per Van De Sfroos un grande albero da cui germogliano le 11 foglie che, in autunno, il 13 ottobre precisamente, sono scese verso l’ascoltatore, già abbracciato dalle radici di questa pianta cresciute negli anni. I semi piantati nella “serra artistica e creativa” di Davide, curati con pazienza, costanza e amore, danno vita a questo splendido esemplare di Manoglia sotto cui l’ascoltatore può sedersi per coglierne e apprezzarne tutti i colori e gli odori, lasciandosi permeare da un senso di magia aprendo così un dialogo con quel materiale che è il legno, capace di comunicare gentilezza e calore nel suo vivere e trasformarsi costantemente regalando la sua memoria attraverso i suoi nodi.

Manoglia, che ironicamente Davide definisce un album “ricco di tormentoni autunnali”, arriva dopo la fortunata pubblicazione, in digitale e in versione doppio vinile del disco Davide Van de Sfroos – Live 2022 ed è un disco in cui, pur se in veste inedita, troviamo il folk tipico di Van De Sfroos la cui potenza usuale, rimanendo preponderante, lascia qui maggiore spazio e terreno fertile a sfumature, chiaroscuri, a sonorità e strumenti acustici, alla loro morbidezza. Un album intimistico, ricercato, che attinge da diverse culture e generi musicali, dalla piega vagamente psichedelica, in riferimento alla psichedelia acustica della fine degli anni ‘60 – inizio dei ‘70. Essendo un disco molto personale, che scava nella vita di Van De Sfroos, Manoglia custodisce tutte le sfaccettature umane e musicali del cantautore, accompagnate, su una ritmica completamente acustica, talvolta dal pianoforte, altre volte da un banjo o da chitarre manouche, elettroacustiche o suonate con tecnica “slide”, da un contrabbasso e da strumenti tipici di Asia e Africa.

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