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La lezione

A Bergamoscienza la chimica di Breaking Bad: “Fondamentale, ma ci sono esagerazioni”

L'intervento di Danilo Gasca, tra realtà e finzione televisiva

Si può davvero “cucinare” la metanfetamina in un camper? I cristalli sono davvero blu? È possibile risolvere i problemi grazie alla sola conoscenza della chimica? A tutte queste domande ha provato a rispondere Danilo Gasca nel suo intervento a Bergamoscienza, tra realtà e finzione televisiva.

BERGAMOSCIENZA, IL FENOMENO BREAKING BAD RACCONTATO ATTRAVERSO LA CHIMICA

Nella giornata di venerdì 6 ottobre al Pala SDF della NXT Station di Bergamo si è svolta una vera e propria lezione che ha coinvolto soprattutto gli appassionati della serie tv “Breaking Bad” e nello specifico ci si è posti la seguente domanda: ma è corretta la chimica utilizzata e spiegata da Walter White?

Attraverso alcune immagini tratte da alcuni episodi significativi, Danilo Gasca, divulgatore scientifico esperto della scienza dei materiali e membro della Cooperativa Ossigeno ha cercato di dare una risposta complessiva, per poi passare ai singoli esempi: “Teoricamente è corretta, ma ci sono alcune esagerazioni create ad hoc a fini narrativi”.

Partiamo subito dalla domanda che tutti i fedelissimi della serie tv si sono posti: “Ma quindi è così facile produrre metanfetamina?” Per rispondere a questo quesito, Gasca attinge alla storia e nello specifico alla scoperta delle due sostanze che permettono la produzione della metanfetamina: l’efedrina e la pseudoefedrina: “Un qualunque esperto di chimica di per sé è in grado di sintetizzare metanfetamina, il primo a farlo fu il farmacista giapponese Nagai Nagayoshi nel 1893. Lavora sulla pianta Efedra, da cui i giapponesi estraevano del thè particolarmente energizzante. In seguito riesce a isolare l’efedrina e la pseudoefedrina, per poi arrivare alla sintetizzazione della metanfetamina”.

Come spiega in seguito il divulgatore scientifico, il processo chimico che porta alla produzione di metanfetamina richiede l’utilizzo di altri due elementi come iodio e fosforo rosso, il primo reperibile in farmacia, il secondo dalla capocchia di un fiammifero, e basta mescolare tutto e scaldare un po’, per ottenere la metanfetamina, ma Gasca avverte: “Il processo è semplice, ma farlo a bordo di un camper (mezzo utilizzato nella serie tv, ndr) non è affatto una buona idea, in termini di sicurezza”.

I PROBLEMI “FOSFORO ROSSO” E “METILAMMINA”

Nelle prime puntate Walter White viene costretto a “cucinare” nel deserto da Emilio e Krazy-8, ma riesce a metterli fuori combattimento grazie alla fosfina, prodotta dalla semplice reazione del fosforo rosso con l’acqua calda. Un genio? No, in questo caso come ci spiega Gasca, parliamo di fantachimica: “Questo episodio è totalmente inventato. Ci vuole il fosforo bianco per reagire con l’acqua, non il rosso. La fosfina viene utilizzata come gas in guerra, perché altamente tossica, ma non può essere generata con acqua e fosforo rosso”.

Altro aspetto da considerare e che ritornerà costante in tutta la serie è l’approvvigionamento di pseudoefedrina. Come spiegato da Gasca, questo elemento si può estrarre dall’Actimed, farmaco decongestionante, ma per produrre tonnellate di metanfetamina, occorrerebbero tonnellate di quei farmaci che chiaramente non è possibile reperire in farmacia senza destare i sospetti della polizia e antidroga.

Per questo motivo, da bravo chimico, Walter White pensa di risolvere il problema utilizzando la metilammina, sostanza scoperta nel 1913 dal chimico giapponese Akira Ogata. La metilammina è un reagente base della chimica industriale, ma dove trovarla?
Sempre in una delle prime puntate, Walter e jessie decidono di procurarsi la metilammina scassinando un magazzino utilizzando ancora una volta la chimica. Walter scioglie il lucchetto della porta con la Termite, sostanza realmente esistente, come conferma Danilo Gasca: “Si tratta di una miscela di polveri formata da ossido di ferro e alluminio in polvere. Da un innesco la miscela arriva oltre i 1000 gradi, temperatura che permette di fondere il ferro”.

MEGLIO LA LAVANDERIA DEL CAMPER

Appurato che il camper non può rivelarsi un laboratorio sicuro per la produzione di metanfetamina, Walter decide di rivolgersi a colui che in quel momento è considerato il re della droga: Gustavo Fring.

Il proprietario della catena di fast food “Los Pollos Hermanos” è molto scrupoloso e attento ai minimi particolari, tanto da creare un laboratorio sotto a una lavanderia che utilizza per giustificare di fatto l’utilizzo di certi agenti chimici. Intuizione che viene ampiamente approvata da Danilo Gasca: “L’idea di coprire un’attività di sintesi di metanfetamina attraverso una lavanderia industriale è molto credibile. Si possono usare gli stessi filtri per la gestione dei fumi e anche coprire l’acquisto di ingenti quantità di sostanze chimiche”.

CRISTALLI BIANCHI E CRISTALLI BLU

Arriviamo a quella che forse è la vera inesattezza chimica della serie tv: i cristalli blu di metanfetamina.
Walter White (alias Heisenberg) si fregia del ruolo di miglior chimico sulla piazza, e afferma di poter ottenere cristalli di meth puri fino al 99%.

Peccato che però come ci spiega il membro della Cooperativa Ossigeno, i cristalli in questo caso debbano esser ben altro colore: “Il cristallo puro di metanfetamina è bianco o trasparente. Il colore blu in realtà rappresenterebbe una gradazione di purezza assai più bassa da quella dichiarata da Heisenberg”.

MEGLIO AVERE UN CHIMICO PER AMICO

In conclusione, Danilo Gasca illustra una serie di esempi tratti sempre dalla serie tv per dimostrare simpaticamente come sia meglio avere sempre per amici e mai per nemici degli esperti di chimica.
Partiamo dall’episodio dell’incontro tra Walter White e Tuco Salamanca, boss della droga e distributore di alto livello del Cartello di Juarez. Il professore di chimica decide di entrare nell’ufficio di Tuco per sistemare i conti. In una scena diventata epica, Walt prende un cristallo, dice che non è meth, lo scaglia per terra ed esplode.

Attendibile? Sì molto, perché il cristallo gettato a terra da White è composto da fulminato di mercurio, come spiega Gasca: “Il fulminato di mercurio effettivamente può esplodere a contatto perché è altamente instabile. Meno attendibile il fatto che lui sia arrivato vivo all’incontro con Tuco vivo, ma è giustificabile per i fini della trama”.
Proseguiamo nelle vicissitudini del protagonista con l’utilizzo della ricina, sostanza che viene estratta dalla pianta di ricino e che Walt utilizza per eliminare i suoi nemici.

“La ricina è un veleno estratto dai semi della pianta di ricino e la descrizione di ciò che provoca è accurata. È difficile da individuare, dà problemi giorni dopo la somministrazione, con una forte debolezza di cui non si capiscono facilmente le cause. Bastano poche unità per uccidere una persona. Non esiste antidoto, quindi è letale”.

Se per i metodi utilizzato da Walt per uccidere i suoi rivali non si riscontrano inesattezze, sorgono invece dei problemi per lo step successivo: disfarsi dei cadaveri.

Nella serie ricorre spesso questo aspetto, e ancora una volta il professore di chimica più famoso del mondo trova il modo per eliminare i cadaveri immergendoli dell’acido fluoridrico.

Nella prima stagione, Walt e Jessie devono sbarazzarsi del corpo di un cadavere, utilizzando un contenitore di plastica, ma Jessie non trovandolo, utilizza la propria vasca da bagno.

Decisione pessima, perché come sapranno benissimo gli aficionados della serie, dopo circa due giorni, la vasca si è sgretolata, facendo cadere pezzi di cadavere al piano inferiore. Scena molto splatter, ma dal punto di vista scientifico è credibile?
In questo caso Danilo Gasca spiega come in principio sia sbagliata la scelta dell’acido: “Questa scena non è assolutamente credibile, o meglio, è esagerata. L’acido fluoridrico attacca vetro e ossidi in generale. Il problema sta nella concentrazione usata nell’episodio, troppo bassa per sciogliere la vasca. A maggior ragione quindi è insufficiente per provare a sciogliere un cadavere, al massimo procurerebbe una scottatura, ma non di più”.

“Gli acidi hanno difficoltà a dissolvere completamente alcune parti del corpo umano, in particolare i grassi-continua il divulgatore scientifico- Nel pensiero comune gli acidi sono corrosivi, ma in realtà sono quasi più pericolose le basi. Pensiamo ai mafiosi, che per disfarsi dei cadaveri hanno usato la calce viva (basica) o alla saponificatrice di Correggio, che dissolveva i corpi delle sue vittime usando la soda caustica”, così conclude il suo intervento Danilo Gasca.

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