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Omicidio di trescore

Narcotizzato, rapinato e morto in auto: chiesto il processo per i 4 arrestati

Udienza preliminare il 17 ottobre per la morte dell'80enne Angelo Bonomelli, l'imprenditore delle pompe funebri trovato senza vita in un parcheggio lo scorso 8 novembre

Trescore Balneario. Per la morte dell’80enne Angelo Bonomelli, l’imprenditore delle pompe funebri di Trescore narcotizzato, rapinato e abbandonato in auto al freddo la sera del 7 novembre 2022, è stato chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone.

Nell’udienza preliminare fissata il 17 ottobre, davanti al Gup Stefano Storto compariranno Matteo Gherardi, 34enne di Gaverina Terme con all’attivo diverse denunce per avere stordito delle persone con i farmaci, compresa la zia. Alla sbarra degli imputati c’è anche suo padre Luigi, 69 anni. E la fidanzata del giovane, Jasmine Gervasoni, 24 anni di Sedrina. Salvo colpi di scena, dovrà affrontare il processo in Corte d’Assise anche il 26enne Omar Poretti, di Scanzorosciate, amico della coppia che – oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, rapina e ricettazione – dovrà anche rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti per l’hashish e la cocaina trovate in casa sua dai carabinieri durante una perquisizione.

I fatti

Quel giorno Bonomelli aveva appuntamento con Matteo Gherardi al bar ‘Sintony’ di Entratico. Secondo quanto emerso dalle indagini, quest’ultimo voleva convincere l’anziano ad affidargli i social network di Villa Ortensie, la struttura termale di Sant’Omobono di proprietà dell’imprenditore, ora chiusa. Una scusa, probabilmente, per agganciarlo e attirare il suo interesse. Gli altri tre sono arrivati poco dopo e tutti insieme si sono fermati a parlare ai tavolini esterni del locale, sorseggiando delle bibite. In quella di Bonomelli, però, era stato disciolto del Rivotril, un farmaco ansiolitico con proprietà antiepilettiche, in grado di narcotizzarlo nel giro di pochi minuti.

A testimoniarlo ci sono le immagini delle telecamere, che ripresero l’80enne prima barcollante, poi sorretto e portato di peso dal gruppo alla sua auto, una Fiat Freemont parcheggiata poco distante. È stato caricato in macchina, poi uno dei quattro si è messo alla guida e lo ha portato privo di sensi in un parcheggio lì vicino. I complici lo hanno raggiunto su una Polo e a quel punto hanno rapinato Bonomelli dell’inseparabile orologio d’oro (un Longines del valore di 8-9 mila euro, poi rivenduto a 1.300 euro in un ‘Compro Oro’ di Bergamo), del telefono cellulare e del contante che aveva nel portafoglio (circa 120 euro). I quattro se ne sono poi andati abbandonando a se stesso l’anziano, lasciato al gelo, senza chiamare i soccorsi.

La sera stessa Emanuele Bonomelli, figlio dell’imprenditore, sporse denuncia ai carabinieri, preoccupato per il mancato rientro a casa del padre. I militari della Compagnia di Bergamo avviarono le ricerche: la Fiat Freemont fu ritrovata la mattina seguente, con all’interno il corpo senza vita della vittima. Subito balzarono agli occhi degli inquirenti alcune evidenti anomalie, nonostante il ritrovamento e l’assenza di ferite esterne potessero far pensare ad un decesso causato da un malore (la vittima, tra l’altro, soffriva di patologie cardiache e respiratorie).

Nelle ore successive, le indagini portarono all’identificazione e all’arresto dei quattro presunti responsabili, tutti portati in carcere a Bergamo. A far pensare che avessero in qualche modo messo in conto la morte dell’imprenditore, il fatto che Matteo Gherardi il mattino seguente cercò su internet notizie riguardanti il possibile decesso di Bonomelli. Ma è solo una delle tante leggerezze commesse.

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