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L'avversario

“Il Rakow sogna di essere l’Atalanta di Polonia: per loro la Dea è un modello”

Alberto Bertolotto, corrispondente italiano del quotidiano polacco Przeglad Sportowy, racconta l'avversario dell'Atalanta in Europa League

Bergamo. Se non è l’Atalanta di Polonia, poco ci manca, o quantomeno, è ciò che il Rakow Czestochowa sogna di essere. Perché la prima avversaria nerazzurra nella stagione 2023/24 è una società che ha preso a modello la crescita degli ultimi anni della Dea, dentro e fuori dal campo. E cerca di replicarla in un contesto diverso.

Alberto Bertolotto, corrispondente italiano del quotidiano polacco Przeglad Sportowy, ci spiega come non solo “la vittoria del titolo l’anno scorso sia arrivata grazie a un gioco davvero ‘Gasperiniano'”, ma anche la filosofia di una società che grazie all’ottimo lavoro dirigenziale e ai fondi della proprietà è riuscita ad arrivare alla vittoria dell’Ekstraklasa a maggio e lo scorso mese a sfiorare lal qualificazione addirittura in Champions League, arrendendosi solo all’ultimo turno preliminare contro il Copenhagen.

Cosa ha di ‘Gasperiniano’ il gioco del Rakow?

“Una grande aggressività. Quest’anno stiamo vedendo una squadra meno spregiudicata, più attenta anche alla fase difensiva, ma i concetti da cui sono partiti sono quelli dell’anno scorso: recupero palla e gioco offensivo sono le caratteristiche principali. In Polonia vince perché tiene veramente alto il ritmo, poi sono bravi a scegliere i giocatori adatti, anche come mentalità”.

Anche la capacità di scegliere i giocatori giusti è molto ‘atalantina’.

“E infatti non è un caso che il Rakow veda nell’Atalanta un modello. Certo, in questo momento non possono pensare di sfiorare i quarti di finale di Champions League, per capirci, ma le proporzioni come grandezza del club e della città ci sono rispetto alle squadre concorrenti. Il progetto non ha ancora raggiunto il suo apice, la società vuole ancora crescere e andare ancora in alto. Sogna di essere come l’Atalanta”.

Quali sono i giocatori principali a cui l’Atalanta dovrà prestare attenzione?

“Indubbiamente il portiere Vladan Kovacevic. Già in estate poteva andare in campionati di vertice, poi è rimasto per provare a fare la Champions League. Nato in territorio serbo di Bosnia, ha giocato con l’Under-21 bosniaca, voleva cambiare nazionale e giocare con la Serbia che lo ha convocato a marzo, ma non ha potuto rispondere perché con l’Under-21 serba aveva debuttato oltre i 22 anni. Questa cosa gli ha creato diverse controversie anche in patria, tanto che poi non è più tornato a giocare con la Bosnia. Cito anche Fran Tudor, croato, uno degli esterni di centrocampo, nipote di Igor Tudor. Giocatore di grande spessore. Loro sono i due giocatori più interessanti da seguire. Per il resto davanti hanno una buona batteria di trequartisti e di punte centrali, con riferimenti offensivi che mettono tanto temperamento. Aggiungerei Papanikolaou, centrocampista della nazionale greca”.

Di nomi grossi a livello europeo non ce ne sono.

“Sono tutti giocatori cresciuti con il club, calciatori che hanno reso grande il Rakow, ma anche, se non soprattutto, giocatori resi grandi dal Rakow. Sono pochi i giocatori che arrivano già pronti, la filosofia è un’altra. Alla fine non hanno ancora registrato grandi plusvalenze in termini di cessioni, ma la strada dovrebbe essere questa”.

Quali sono i punti di forza della squadra?

“Sicuramente l’organizzazione e l’identità ben precisa, che non è altro che la prosecuzione del lavoro dell’allenatore precedente, Papszun, che quest’anno ha lasciato il testimone al suo vice Szwarga, che ha solo 32 anni”.

E il punto debole?

“Molto semplicemente la qualità inferiore dei calciatori, i livelli rispetto all’Atalanta sono decisamente diversi. Tatticamente forse il fatto che non ci siano grandi realizzatori li può penalizzare”.

Qual è il livello del campionato polaccco?

“Molto lontano dai top five, non è ovviamente paragonabile nemmeno alla fascia di Olanda e Portogallo, direi di terza fascia europea. Il Rakow ha sfruttato una grande opportunità: ha vinto perché i club con i soldi ha investito male. Legia, Lech Poznan, e altri club non hanno la stessa gestione oculata e capace. Il campionato non ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, è un po’ in crescita ma non sta vivendo una grande ascesa. L’unica squadra che sta provando ad alzare il livello è proprio il Rakow. Poi bisogna anche scegliere gli allenatori giusti”.

La Polonia è terra di tifoserie molto calde: com’è quella del Rakow?

“Storicamente è una tifoseria che cavalca anche un po’ il momento, a Czecstochowa non c’è mai stato granché, ora il calcio sta diventando interessante. Mi aspetto che arrivino a Bergamo qualche centinaio di tifosi”.

Rakow Czestochowa: la storia dell’avversario dell’Atalanta

Fino al 2017 giocava in terza serie polacca, invece l’anno scorso ha vinto clamorosamente il campionato. Promosso in Ekstraklasa per la prima volta nel 2019, fresco di titolo dopo appena quattro anni, il Rakow Czestochowa è senza dubbio la squadra in maggiore ascesa nel calcio polacco e sarà sulla strada dell’Atalanta nel girone D di Europa League.

Czestochowa, città della Slesia, nella zona sud della nazione, è famosa nel mondo solo in ambito religioso grazie al Santuario della Madonna Nera, meta di pellegrinaggi continui da cristiani di tutto il mondo. Il calcio non ha mai avuto un grande rilievo, fino a quando il Rakow (che è un quartiere di acciaierie a 40 minuti di pullman dal centro della città) ha iniziato a farsi strada.

L’uomo dietro questa escalation è Michał Świerczewski, proprietario di X-kom, una delle aziende leader in Polonia nel settore dell’informatica. 45 anni, è uno degli imprenditori più giovani e ricchi di Polonia, che ha messo soldi nella squadra per portarla in alto da quando l’ha presa in mano nel 2015.

Sotto la guida dell’allenatore Marek Papszun il Rakow ha raggiunto il clamoroso traguardo del primo posto della scorsa annata, sfruttando le difficoltà di Lech Poznan e Legia Varsavia. Ha giocato i preliminari di Champions League, giocandosela fino all’ultimo finale, perdendo contro il Copenhagen. Ma per loro l’Europa League non è una semplice consolazione.

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