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Bergamo next level

Ogni anno 260 milioni di migranti: “Siano occasione di sviluppo nei luoghi d’arrivo”

La testimonianza della bergamasca Martina Albini, da quasi tre anni nella ONG WeWorld: "Non possiamo parlare di emergenze quando ci riferiamo a persone provenienti da Siria, Afghanistan o Yemen. In quegli angoli di mondo, le crisi umanitarie sono ormai cronicizzate”

Bergamo. Ogni anno, circa 260 milioni di individui (circa il 3,2% della popolazione mondiale) intraprendono viaggi migratori. Lasciano, cioè, le terre dove sono nati per andare alla ricerca di luoghi più ospitali.

Stando a dati risalenti a poco più di un anno fa (fonte Asvis), la meta preferita dai migranti internazionali era l’Europa (scelta da circa 87 milioni), seguita dall’Asia (86 milioni) e dall’America settentrionale (‘sogno’ per altri 59 milioni di individui).

Numeri impressionanti, che spingono una crescente fetta di addetti ai lavori – studiosi, ricercatori, addetti, volontari e operatori – a ritenere che l’argomento meriterebbe di essere affrontato in modo ben diverso dalla periodica, ricorrente, modalità emergenziale, usata dalla Politica (ma non solo).

Piuttosto, questi studiosi, ricercatori, addetti, volontari e operatori preferirebbero un approccio più interdisciplinare a queste 260 milioni (e oltre, probabilmente) di storie umane. Qualche esempio? A loro modo di vedere, i territori di approdo dovrebbero essere visti come luoghi in cui migrazione e sviluppo possano incontrarsi, confrontarsi e dialogare; spazi in cui Diritto e pluralità culturali convivessero nel reciproco rispetto e in cui le lingue parlate fossero strumenti di riconoscimento culturale.

Su questa strategia hanno convenuto all’unisono – lunedì pomeriggio nella Sala conferenze Castoldi nella sede di Sant’Agostino dell’Università di Bergamo – coordinatrici e ospiti della ‘Lezione aperta’ (“Sviluppo e migrazioni tra frontiere, conflitti e ricomposizioni culturali”), inserita nell’ambito della terza edizione di Bergamo Next Level, evento che si concluderà giovedì 11 maggio.

Pensato dagli organizzatori della manifestazione – Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi – come un momento di riflessione sui processi di sviluppo legati ai fenomeni migratori, il confronto si è snodato fra geografia, diritto e linguistica, sfumature di cui hanno brevemente parlato le professoresse Alessandra Ghisalberti, Paola Scevi e Barbara Turchetta. Tre chiavi di lettura della complessità culturale che connota i territori raggiunti dai migranti.

Particolarmente interessante il contributo offerto dalla bergamasca Martina Albini. Da quasi tre anni in WeWorld, “una delle maggiori Ong italiane”, da poco più di un mese Albini riveste l’incarico di Avocacy (cioè una sorta di “paladina” delle cause dei migranti stranieri approdati in Italia) oltre che di coordinatrice del Centro studi dell’Organizzazione. “Siamo presenti in 27 aree del mondo, tra cui Siria, Palestina, Ucraina e Moldavia. Ma siamo attivi anche a Ventimiglia”, località nuovamente tornata sotto i riflettori dei media dopo le recenti tensioni verificatesi al confine italo-francese, per via dei respingimenti di migranti da parte degli uomini della Gendarmerie nationale. “Rispetto a qualche anno fa, il clima politico locale è decisamente mutato. E senza un Centro di accoglienza, le cose non sono di certo più facili”. Poche parole che aiutano a comprendere un intero contesto.

“Non possiamo parlare di emergenze – ha aggiunto la giovane rappresentante di WeWorld – quando ci riferiamo a persone provenienti da Siria, Afghanistan o Yemen. In quegli angoli di mondo, le crisi umanitarie sono ormai cronicizzate”. Per questo – ha proseguito Albini – in quelle aree WeWorld si muove con interventi di tipo multisettoriale. “Ognuno di noi – ha spiegato – non può limitarsi ad un solo àmbito operativo. Dobbiamo acquisire competenze di tipo sanitario (in particolare, sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne), psicologico (nella sfera del disagio post traumatico da stress), pedagogico e più in generale educativo”.

Una testimonianza chiara, che ha consentito ai partecipanti, tra cui parecchie studentesse (e studenti) della Magistrale in Lingue moderne per la Comunicazione e la Cooperazione internazionale di UniBg, di vedere ben declinato il senso dell’auspicata inter disciplinarietà d’approccio, alla questione migratoria.

Un concetto su cui si è soffermato Marco Impagliazzo, in collegamento da Roma. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio ha denunciato che “se adesso siamo prede dei populismi, la causa va ricercata nella mancata realizzazione di una politica europea condivisa”. Il riferimento è al periodo 2014-2016, quando l’Unione europea fu il punto d’approdo per circa mezzo milione di profughi. “Non essere riusciti ad accogliere 500mila persone fra noi 500 milioni – ha proseguito Impagliazzo – mettendo a punto un’equilibrata politica di ripartizione, ha messo a nudo l’egosimo europeo”.

In collegamento dal Burkina Faso, alla ‘Lezione aperta’ ha preso parte Olivier Lompo, responsabile dell’Ufficio UNHCR di Huye, in Rwanda. “L’approccio interdisciplinare che voi propone per i migranti – ha detto – lo ritengo indispensabile anche per i rifugiati. Se per loro si vuole immaginare un percorso di ritorno, bisognerà iniziare a lavorare su più fronti. Decidere di fuggire dal proprio Paese, perché si teme di perdere la vita, è una decisione che non si prende con leggerezza”.

Le attività di Bergamo Next Level 2023 proseguono martedì. Ben cinque gli appuntamenti della quarta giornata: tre workshops a porte chiuse (alle 9.00, alle 15.00 e alle 16.30), un incontro (alle 18.00, ‘L’invasione russa dell’Ucraina tra ordine internazionale liberale e stato di emergenza permanente’) e una ‘Lezione aperta’ sul tema: ‘Il mosaico del riuso nelle città: luoghi sospesi, patrimonio culturale e ricuciture urbane’ (dalle 16.00 alle 19.00). La manifestazione proseguirà fino a giovedì 11 maggio.

Tutti gli eventi di Bergamo Next Level 2023 sono gratuiti e si svolgeranno in presenza, con prenotazione consigliata dal sito bergamonextlevel.it, dove è disponibile il programma completo della manifestazione.

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