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Giallo di mapello

Ai raggi X auto e frequentazioni di Stefania. Un parente: “Piango ogni giorno, non so chi poteva farle del male”

Il mistero della Ford ritrovata nel parcheggio: "Lì da febbraio, impolverata". All'interno c'è chi avrebbe visto una tanica di benzina: "Se aveva problemi con l'auto chiamava subito"

Mapello. Conferme ufficiali non ce ne sono, ma ormai è logico pensare che gli inquirenti stiano ragionando come se il responsabile della morte di Stefania Rota non fosse un malore. A supportare questa tesi ci sono alcuni incontrovertibili dati di fatto: il corpo non è ancora stato restituito ai familiari ed è stato aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti (un atto dovuto, ma che permette di indagare a 360 gradi sul caso).

Prima di tutto, gli inquirenti stanno cercando di stabilire la data esatta della morte. Avvenuta a metà marzo, si ipotizza, ma non è così certo. Tracciare un prima e un dopo aiuterebbe non poco le indagini. In tal senso, sono stati svolti accertamenti anche sulle spese della donna, persino sul cibo contenuto nel frigorifero. Per capire a quando risalgono gli ultimi acquisti e, di conseguenze, gli ultimi spostamenti.

Il cellulare non sarebbe ancora stato trovato, idem la borsetta e le chiavi di casa. Solo l’auto della donna – una Ford Fiesta Blu – è stata localizzata (e sequestrata) nei giorni scorsi dai carabinieri in via Ugo Foscolo, a circa 200 metri dall’abitazione di via XI febbraio. Più di una persona l’avrebbe vista parcheggiata davanti alla scuola elementare già a fine febbraio; in uno stallo pubblico nell’angolo in fondo, piuttosto impolverata. Secondo quanto rivelato dal programma Rai ‘La vita in diretta’, un altro testimone sbirciando all’interno avrebbe notato sul tappetino una tanica di benzina coperta da un maglione e degli stracci. “Se la macchina aveva dei problemi Stefania mi avrebbe chiamato subito”, è convinto il meccanico di fiducia. Le telecamere presenti nelle vicinanze potrebbero chiarire anche eventuali spostamenti.

 

parcheggio giallo Mapello
Il parcheggio dove è stata trovata la Ford Fiesta di Stefania Rota

 

Sono poi attesi gli esiti dell’autopsia. Particolare attenzione è riservata alla ferita rinvenuta sul capo, compatibile con una caduta. E agli schizzi di sangue attorno al corpo. Letizia Ruggeri, pm titolare dell’indagine, ha nominato un secondo consulente per vederci il più chiaro possibile, mentre la Scientifica ha svolto più sopralluoghi all’interno dell’abitazioni della donna, anche con il luminol (per verificare, viene da pensare, la presenza di eventuali tracce di sangue cancellate).

Stefania Rota era figlia unica. I genitori erano morti da tempo e non aveva creato una famiglia. Per guadagnarsi da vivere accudiva privatamente degli anziani. A uno di loro avrebbe confidato di non potere lasciare Mapello per qualche mese, il perché non è dato sapere. In paese, chi la conosceva la descrive utilizzando sempre gli stessi aggettivi: “discreta”, “riservata”. Frequentava il bar del benzinaio sulla Briantea tra Ponte San Pietro e Mapello. “Una o due volte a settimana – racconta la titolare -. L’ultima volta che l’ho vista? Ah, tanto tempo fa”. Non sa quantificarlo con esattezza. “Era sempre da sola, parlava poco e non era facile scambiare qualche parola con lei”. Ricorda soltanto che ordinava sempre la stessa cosa: “Un cappuccino con il cacao”.

Qualcuno la vedeva camminare verso Ambivere: chi con un cugino, chi con una signora. Anche lei avrebbe avvisato i carabinieri dopo avere telefonato e mandato più sms a Stefania, senza ottenere risposta. “Mia moglie ha già fatto tanto, non vuole dire altro – commenta per lei il marito -. Che persona era Stefania? Non la conoscevo personalmente, ma stiamo sentendo molte cose non vere”. La conversazione si interrompe piuttosto frettolosamente.

L’essere “discreta” e “riservata” non esclude il fatto che la donna avesse una vita sociale, che coltivasse amicizie e relazioni. E anche sulle frequentazioni della 62enne gli inquirenti stanno puntando la lente d’ingrandimento. “È tutto un mistero – racconta M.R., una parente che vive a qualche centinaio di metri dalla casa di Stefania Rota -. Sarà passato un anno dall’ultima volta che l’ho incontrata. Mi era parsa serena, non so proprio pensare a qualcuno che potesse farle del male“. La signora, anziana, accetta di parlare dal balcone di casa. In sottofondo c’è la tv: parlano proprio del caso di Stefania. “Piango ogni volta che sento queste cose. È un mistero – ripete – è un mistero”.

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