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Il giallo di mapello

Poche certezze, dubbi e sospetti. La strana morte di Stefania: “Donna discreta e riservata”

È sempre più avvolta nel mistero la morte di Stefania Rota, trovata senza vita sul pavimento della sua abitazione venerdì scorso: dell'auto e del cellulare della 62enne ancora nessuna traccia

Mapello. Poche certezze e tanti dubbi, forse qualche sospetto. Continua ad essere avvolta nel mistero la morte di Stefania Rota, la 62enne trovata senza vita sul pavimento della sua casa a Mapello venerdì scorso (21 aprile). “Era una signora molto riservata – taglia corto la sindaca Alessandra Locatelli -. Veniva in municipio per fare dei lavoretti durante le feste di Natale, ma non la si incontrava spesso in paese”.

“Riservata”, “discreta”, “abitudinaria”. Sono gli aggettivi scelti dalla maggioranza delle persone che la conoscevano, anche solo di vista. “È vero, stava molto sulle sue – racconta una compaesana -. La vedevo ogni tanto al bar Qi di Pontida a fare colazione, e so che andava spesso a camminare tra Ambivere e Mapello insieme a una signora. Non sentendola da un po’ di tempo, anche lei si era allarmata”.

Stefania Rota conduceva un’esistenza solitaria, ma non per questo aveva qualcosa da nascondere. Attorno alla sua vita privata, non sarebbero emerse ombre. I genitori erano mancati da tempo, lei era figlia unica e non aveva fatto famiglia. Lavorava nell’assistenza di anziani e malati, e i parenti pensavano fosse andata al mare con loro: suonavano il campanello, ma a casa nessuno rispondeva. E della sua Ford Fiesta non c’era traccia. I familiari, che non la sentivano con regolarità, hanno cominciato a preoccuparsi quando anche le chiamate al telefonino andavano a vuoto. La denuncia ai carabinieri è stato il passo successivo.

Quella che all’apparenza sembrava poter essere una morte naturale (secondo fonti accreditate, la 62enne aveva qualche problema di salute), altri elementi hanno spinto gli inquirenti a non archiviare troppo frettolosamente la vicenda. Del resto, la Ford Fiesta e il cellulare della donna non si trovano. E non è chiaro se all’appello manchino anche la borsetta e un mazzo di chiavi.

L’autopsia disposta sul cadavere non è bastata a chiarire le cause del decesso, ragion per cui sono stati disposti ulteriori accertamenti. Sulla vicenda, la procura di Bergamo mantiene il massimo riserbo. Poco o nulla filtra, ma una cosa è certa: tutti questi elementi – compresi i generici “accertamenti” di cui si parla – sono evidentemente volti a fugare ogni dubbio. E ogni sospetto.

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