Mapello. Il magistrato ha disposto ulteriori accertamenti sul corpo di Stefania Rota, la donna trovata morta da oltre un mese nella sua abitazione di Mapello. Non sono bastate quindi le risposte ottenute da un primo esame autoptico, eseguito nella mattinata di mercoledì (26 aprile). Gli inquirenti hanno ritenuto necessario indagare ulteriormente sulle cause del decesso che, in un primo momento, sembrava fosse dovuto a un malore.
Dallo scorso venerdì 22 aprile, giorno della macabra scoperta, sul cancello d’ingresso e su quello d’accesso ai garage della casa di via XI Febbraio al civico 28, c’è il nastro bianco e rosso posizionato dai carabinieri e un cartello con la scritta: “Immobile sottoposto a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria”.
Le porte sono chiuse, le tapparelle abbassate. La donna, 62 anni, ci viveva da sola. E da sola, almeno dai primi riscontri, ci è morta. Nessuno si è accorto della sua scomparsa per diverse settimane, i parenti pensavano fosse in Liguria con uno degli anziani che accudiva.
Invece Stefania era nella sua abitazione, senza più vita. I vigili del fuoco, chiamati dai carabinieri di Ponte San Pietro, hanno forzato la porta d’ingresso e l’hanno trovata sul pavimento. Da un primo esame esterno pare non fossero evidenti segni di colluttazione, ma considerato lo stato del corpo il pubblico ministero ha ritenuto di dover disporre l’autopsia.
Chi indaga vuole chiarire meglio alcuni aspetti di questa vicenda, prima di restituire il corpo alla famiglia per il funerale.
L’auto della 62enne, una Ford Fiesta blu, non era in garage e sembra sia scomparsa. Non si trovano nemmeno la sua borsetta e il suo telefono cellulare. Non erano in casa, forse sono rimasti in quella macchina che i carabinieri stanno cercando di rintracciare.
In paese tutti parlano dell’accaduto, anche se i più descrivono Stefania come una persona molto riservata. La si vedeva in giro, ma nessuno la conosceva bene. Frequentava il Qi Bar di Pontida: “La incontravo la mattina, probabilmente portava gli anziani che accudiva a fare colazione. Oppure la vedevo che giocava la schedina”, racconta una signora.
Pare che ad avvertire i militari siano stati alcuni cugini, preoccupati perché non la vedevano e non la sentivano da molti giorni. La posta si accumulava nella sua cassetta delle lettere. Così si sono preoccupati ed hanno lanciato l’allarme. Una preoccupazione che alla fine si è rivelata più che legittima: la 62enne infatti era deceduta da oltre un mese.
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