Nessuna questione di campanilismo, il Capo dello Stato ha scelto Brescia per l’inaugurazione di Capitale della Cultura solo perché a Bergamo ci era stato di recente, a novembre per l’assemblea dell’Anci. Nella splendida cornice del teatro Grande Sergio Mattarella ha dato il via, in contemporanea con il Donizetti, alla manifestazione assegnata quest’anno a due delle città più colpite dal Covid. Di fronte a numerose autorità locali, il presidente della Repubblica è stato accolto da quasi tre minuti di applausi del pubblico e dall’inno di Mameli eseguito da un coro di bambini.
Dopo le introduzioni dei due sindaci-amici, Gori e Del Bono, degli interventi degli assessori alla Cultura, Castelletti e Ghisalberti, del governatore lombardo Fontana e del ministro Sangiuliano, spazio alle attese parole di Mattarella: “Brescia e Bergamo sono un esempio con le loro virtù civiche di ieri e d’oggi – ha detto il Presidente -. Città duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto, nel nostro Paese, migliaia di vittime. E hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando con i loro valori, quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi”.
“Stiamo rivivendo in Europa la tragedia della guerra – ha aggiunto il capo dello Stato -, che speravamo fosse riposta per sempre negli archivi della storia dopo gli orrori che abbiamo allora conosciuto. Ed è proprio il mettere la dignità integrale della persona al centro di ogni azione che ci porta a stare dalla parte di chi è aggredito e lotta per la propria indipendenza e libertà”.
“Nell’anno appena concluso un forte segnale di unità e innovazione è stato lanciato da una piccola isola, incantevole, Procida. La cultura non isola, hanno proclamato. La cultura, infatti, unisce e moltiplica. È una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel nord del nostro Paese, lo stesso testimone di Procida; a conferma dell’unità che rafforza l’Italia”.
“La cultura è strettamente connessa con la libertà: di studio, di ricerca, di espressione del proprio pensiero. Ce lo ricorda la nostra Costituzione. L’arte e la scienza sono libere, recita l’articolo 33; mentre l’articolo 21 dispone il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. L’esercizio che Brescia e Bergamo, Capitale della cultura, si apprestano a intraprendere -ha concluso – è, quindi, un grande esercizio di libertà, cui guarderà l’intero Paese”.
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