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Il commento

Capitale della Cultura 2023, un viaggio lungo un anno per costruire nuovi legami

Osvaldo Rancia, Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca saluta l’inizio di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura

Ci siamo. Oggi si inaugura ufficialmente Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Sarà un’inaugurazione congiunta – a Bergamo, al Teatro Donizetti con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e a Brescia, al Teatro Grande alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – a dare il via ad un anno tanto atteso, ad una sfida che, come Fondazione, siamo stati chiamati a raccogliere fin da subito.

È stata Fondazione Cariplo a coinvolgere immediatamente le Fondazioni di Comunità Bergamasca e Bresciana, proponendo la pubblicazione un bando dedicato alla Capitale Italiana della Cultura, che ha portato alla selezione di 92 progetti provenienti dai territori di Bergamo e Brescia e riferiti alle 4 aree tematiche che caratterizzano la Città illuminata, il cuore del 2023: la cultura come cura; la città natura; la città dei tesori nascosti; la città che inventa. Progetti che sono stati scelti insieme, sulla stessa linea di partenza, da un Comitato di valutazione congiunto, con rappresentanti delle tre Fondazioni. Progetti che sono stati selezionati (42 quelli bergamaschi), secondo requisiti che rispecchiano gli obiettivi che ci poniamo per questo e per gli anni a venire.

Vogliamo favorire concretamente la partecipazione dei cittadini e, in particolare, di tutte le persone che, per diversi motivi – geografici, sociali, economici, etc. – hanno minori opportunità di andare a teatro, al cinema a una mostra, o ad un concerto. Per farlo, abbiamo messo a disposizione risorse. Economiche (3,5 milioni di euro da parte delle tre Fondazioni), certo, ma non solo. Abbiamo messo in gioco le nostre competenze, le nostre energie, ma soprattutto la capacità di visione tipica delle Fondazioni di comunità.

Non siamo lo sponsor di un grande evento, e con questo non intendiamo sottovalutare il ruolo di chi giocherà questa parte, anzi. Ma noi siamo altro, siamo una fondazione di comunità che, in forte alleanza con le istituzioni e il Terzo settore, intende promuovere crescita, benessere e sviluppo sostenibile per il ‘suo’ territorio, di cui è un solido riferimento.

Lavoriamo su progetti, a partire dallo straordinario patrimonio filantropico di questo territorio. Grazie a queste solide fondamenta la ‘nostra’ Capitale della Cultura non regalerà soltanto un anno vivace e stimolante, un anno unico, ma offrirà un’opportunità di emancipazione e di sviluppo per la comunità bergamasca.

Generico gennaio 2023

Può sembrare curioso ribadirlo nel giorno dell’inaugurazione, ma la Fondazione della Comunità Bergamasca è più interessata a quello che resterà dopo, quando si spegneranno i riflettori, più che a quello che avverrà durante questi dodici mesi. D’altronde, è proprio questo lo spirito con cui abbiamo seminato negli ultimi due anni, verso il 2023. A cominciare da un metodo di lavoro, fatto di coprogettazione e di costruzione di alleanze nuove, anche con enti che non appartengono al Terzo settore, favorendo gli scambi tra le due province, ponendo le basi per esperienze di partenariato che non vogliamo si esauriscano quando calerà il sipario.

Sappiamo che in questo 2023 ci sarà molto da fare, molto da vedere, molto da vivere. Sarà una specie di lungo viaggio, in cui ci troveremo più di una volta con la meraviglia negli occhi e l’orgoglio nel cuore. Ma, alla fine, a restare saranno i legami, sarà il modo in cui riusciremo a migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità. Su questo vogliamo investire, su questo siamo già al lavoro da tempo.

Allora a tutti e a noi stessi facciamo lo stesso augurio che si fa ai viaggiatori, di tornare cambiati. Di lasciare un’impronta. Di mantenere le promesse fatte. Di promuovere concretamente uno sviluppo sostenibile per il territorio e per le persone che lo abitano. Di farlo collettivamente, alimentando nel tempo quello che non vogliamo sia solo uno slancio, ma, appunto, di crescere insieme alla nostra prima compagna di viaggio, Brescia.

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

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