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Il grande ex

Ederson, segnali e lampi: un giocatore “evoluto” che cerca continuità

Il brasiliano è ancora alla ricerca della posizione e del primo sigillo: la partitaa con la Salernitana è la sfida al suo passato

Il senno del poi ci dirà probabilmente che il fiore all’occhiello del calciomercato estivo edizione 2022 a tinte nerazzure è stato Rasmus Højlund – senza dimenticare i primi tre mesi di Lookman – ma tornando a luglio il primo pensiero non poteva non andare al più costoso dei nuovi acquisti: Ederson, per il quale l’Atalanta ha scucito 22 milioni di euro alla Salernitana, solo in parte attutiti dai 7 spesi dai campani per Lovato, entrato nell’operazione.

Per ora l’investimento non ha portato i frutti sperati: negli 832 minuti spesi in campo dal brasiliano classe 1999 non è arrivato né un goal né un assist. Qualche segnale, alcuni lampi, ma i suoi primi 6 mesi bergamaschi non hanno ricalcato gli scorsi 6 trascorsi a Salerno, nei quali si era affermato come uno dei migliori centrocampisti di tutta la Serie A, ergendosi a protagonista della salvezza conquistata dai campani in extremis.

Ovviamente, come quasi sempre, anche in questo caso “pazienza” è la parola chiave, visto che si parla sempre di un giocatore che non ha ancora compiuto 24 anni ed è sbarcato in Italia soltanto a gennaio 2022, imponendosi nella sorpresa generale: merito dell’ennesima intuizione di Walter Sabatini, che lo ha scovato nel Fortaleza.

L’estate sembrava essere il preludio ad una stagione al centro del progetto nerazzurro, tanto che gli esperimenti di 3-5-2 messi in atto da Gasperini tra Clusone e le amichevoli in giro per l‘Europa sembravano poter agevolare la sua integrazione tattica: è lo stesso modulo in cui aveva fatto particolarmente bene all’Arechi, giocando da interno. In campionato, però, il triangolo col vertice basso è stato pesto accantonato per tornare al trequartista a supporto delle due punte in linea.

Ederson Valencia Atalanta

Proprio in quella posizione il classe 1999 ha trascorso la maggior parte dei suoi minuti, proponendo alcuni buoni inserimenti per riempire l’area, ma apparendo tante volte un po’ imballato, senza lo spazio per dare sfogo alla sua progressione che ha messo in luce in particolar modo nello scorso campionato.

A volte dentro il gioco, a volte un po’ pesce fuor d’acqua, quando si parla di Ederson è di particolare attualità il tema della coesistenza con Teun Koopmeiners e della loro inversione di posizioni piuttosto frequente: pur andando ad occupare zone diverse, la sensazione è che l’olandese si trovi meglio nei due di centrocampo e in quella posizione esalti le sue caratteristiche tecniche, mentre il numero 13 finisce spesso sacrificato in una posizione più avanzata rispetto alla sua abituale, con meno spazio da attaccare in profondità e più traffico.

Sembra più una questione di coesistenza che di effettivo valore: d’altro canto non si tratta di un giovane talento da plasmare, come nel caso ad esempio di Højlund e anche Soppy, ma di “un giocatore evoluto”, per stessa definizione di mister Gasperini. In un contesto tattico in continuo mutamento, avendo l’Atalanta cambiato pelle diverse volte pur mantenendo il modulo intatto, le difficoltà finora incontrate.

Il tempo di incidere ad Ederson in ogni caso non manca, così come non gli manca la fiducia: Gasperini lo ha utilizzato ogni volta che lo ha avuto a disposizione. Ovvero: sempre, eccetto nelle prime due giornate, quando un problema muscolare lo ha frenato. La continuità di utilizzo non manca, ora gli viene chiesta quella di rendimento. Il passo successivo per diventare un giocatore incisivo.

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