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La presentazione della lista

Majorino: “La Lombardia deve cambiare. Serve un patto per lo sviluppo con i territori” fotogallery video

Sul palco anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: "Smettiamo di vivere nel mito della locomotiva d'Italia. Il cambiamento è necessario e passa solo dal Partito Democratico"

Mozzo. Il grande in bocca al lupo di Pasquale Gandolfi, vice segretario provinciale del Partito Democratico, apre la presentazione dei candidati Dem, per la corsa alle regionali, alla presenza di Pierfrancesco Majorino, frontman della coalizione del centrosinistra che mira dritto al Pirellone. Via dunque alla parata dei cinque uomini e delle altrettante donne che danno un volto alla lista: Jacopo Scandella, capofila, Jenni Grazioli, Oscar Locatelli, Gabriele Riva, Milvo Ferrandi, Maria Grazia Vergalli, Francesca Riccardi, Maria Cristina Galizzi, Giovanna Giupponi e Davide Casati. 

In prima fila, seduto a fianco di Majorino e di Gandolfi, anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “La Regione non funziona da tempo, in qualunque ambito. Manca una capacità di esecuzione e una visione su tutti i settori. Questo è evidente anche quando si analizzano i numeri. E anche se continuiamo a vivere nel mito di Regione Lombardia come locomotiva d’Italia, non è più così. Ci vuole dell’intenzione per non farla funzionare. Il grosso del bisogno delle famiglie è rappresentato dalle richieste in termini di sanità e dai trasporti, dove mancano le risposte. E manca anche una regia sulle politiche ambientali e della casa. Credo che i problemi siano ben a fuoco e che abbiano come punto di uscita l’urgenza di una svolta. La stessa che Majorino rappresenta”.

“Non siamo qui per partecipare, né per perdere bene – così Majorino -. La partita è aperta, anche perché sentiamo l’esigenza del cambiamento. Abbiamo bisogno di una fase nuova. E questo è il motivo per cui un elettore di centrodestra non voterà né Fontana né la Moratti, perché sentono l’esigenza di cambiare. Fontana ha scelto Giulio Gallera e ho detto tutto: loro ripropongono quel film, quello dei positivi nelle Rsa e delle scelte sconsiderate che hanno determinato gli scenari che abbiamo e stiamo vivendo”.

Un affondo alla Lega: “Ai leghisti dico che i nostri livelli di paragone non devono certo essere quelli delle regioni del Mezzogiorno. Al contrario, dobbiamo confrontarci con l’Europa. Dobbiamo riscoprire l’ambizione e fare tutto il necessario per renderla possibile e applicabile in tutti i campi: basta mettere mano al portafoglio per essere curato in tempi normali, dobbiamo mettere mano ai servizi sociali e alla loro riorganizzazione. Innanzitutto va sburocratizzata la figura del medico di base che devono tornare ad essere la prima figura di accesso. E tutto si può realizzare se si mette al centro il bene comune, passando anche dalla creazione di 300mila posti di lavoro, per riscoprirne la centralità”.

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