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Il profilo

Quattro rapine da febbraio, le vittime stordite con i farmaci. Il gip: “Gherardi socialmente pericoloso”

Valutazione, secondo il giudice, da estendere anche all'amico Omar Poretti, per avere aderito "in modo acritico" al piano ideato dal 33enne di Gaverina Terme, indagato per l'omicidio di Angelo Bonomelli

Bergamo. “Particolarmente spregiudicato”, “socialmente pericoloso”. Sono le parole con cui il giudice per le indagini preliminari, Maria Beatrice Parati, spiega la necessità di applicare la custodia cautelare in carcere nei confronti del 33enne di Gaverina Terme Matteo Gherardi.

Da febbraio del 2022 – emerge nell’ordinanza di convalida dell’arresto – sono almeno quattro le rapine che gli vengono contestate, “commesse previa induzione di uno stato di incapacità delle vittime mediante somministrazione di farmaci”. A denunciarlo, tra gli altri, anche una parente.

Il gip ha quindi respinto la richiesta dei domiciliari avanzata dall’avvocato Gianluca Quadri. Una decisione volta a scongiurare il “pericolo di recidiva”, considerando che “le difficoltà economiche” in cui verserebbero Gherardi e gli altri indagati “inducono a ritenere che gli stessi traggano almeno in parte il loro sostentamento da attività illecite”.

Sarebbe questo, dunque, il contesto all’interno del quale è maturato l’omicidio dell’ottantenne imprenditore Angelo Bonomelli, narcotizzato con del rivotril disciolto nel caffè (un farmaco a base di benzodiazepine), prima di essere rapinato e abbandonato in auto, di notte e al freddo, in un parcheggio a Entratico per un bottino misero: 2 mila euro al massimo, configurando l’aggravante dell’avere agito per motivi abbietti o futili.

Le considerazioni riservate a Matteo Gherardi, per il giudice sono a tutti gli effetti da estendere all’amico Omar Poretti, 24enne di Scanzorosciate con una condanna definitiva per rapina nel febbraio 2022. Anche per lui il gip ha disposto il carcere, perché avrebbe aderito “in modo acritico” al piano architettato da Gherardi, “circostanza indicativa della pericolosità sociale dell’indagato” (sarebbe stato lui a versare materialmente il farmaco narcotizzante nel caffè servito alla vittima).

Restano in carcere anche Luigi Gherardi, 68 anni, padre di Matteo, e la fidanzata del 33enne Jasmine Gervasoni, di dieci anni più giovane. Formalmente incensurati, risultano entrambi coinvolti in rapine con lo stesso modus operandi. In questa fase gli inquirenti gli attribuiscono un ruolo minore, ma considerano “pacifico” il fatto che abbiano partecipato alla rapina di Bonomelli, consapevoli di quanto stesse accadendo e delle possibili conseguenze.

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