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Appunti & virgole

Atalanta, il nuovo ko è una beffa: ma la squadra ha perso equilibrio

Sconfitta immeritata con l'Inter, però mancano i gol (Zapata, Muriel e Højlund fermi a 1), brilla solo Lookman con 7. La difesa non è più forte e i cambi non incidono più

Bergamo. Una sconfitta che fa male. Non solo perché è la terza consecutiva (quarta nelle ultime cinque partite), però c’è sempre modo e modo: con la Lazio non giochi, col Napoli capolista giochi alla pari e non meriti di perdere, a Lecce ti complichi la vita con una formazione rischiatutto, con l’Inter vince chi non merita.

Almeno il Napoli sciorina un calcio da prima della classe, mentre l’Inter non ha nulla di bello, se non alla fine (per loro) il risultato.

Ancora una volta, la differenza la fanno gli attaccanti. Perché se da una parte applaudiamo al rientro e al gol di Palomino, purtroppo il contributo davanti resta inferiore alle attese: fa gol Lookman, di nuovo con un perfetto rigore ed è il terzo cannoniere della Serie A dopo Osimhen e Arnautovic.

Zapata si procura il rigore, però nel secondo tempo spreca la palla per il possibile 2-1. In tempi normali, nella sua condizione ideale, avrebbe colpito. Højlund è bravino, però gli manca ancora l’istinto del killer nell’area di rigore e resta imbottigliato nelle maglie interiste.

Palomino è il 12° nerazzurro che fa gol, il problema è che dieci di loro hanno segnato solo una volta e nei dieci ci sono tre attaccanti molto attesi come Zapata, Muriel e Højlund. All’Inter bastano i guizzi di Dzeko, che quando vede l’Atalanta trova sempre la via della rete, con la maglia della Roma o quella dei milanesi, Lautaro fa l’assist e sul terzo gol ci si mette la sfortuna per l’autorete di Palomino (anche sul secondo Maehle interviene ma non riesce a fermare Dzeko).

Questo è uno dei difetti che nei prossimi 50 giorni bisognerà migliorare, se possibile recuperando la condizione ideale di Zapata e ritrovando Muriel, entrambi sempre abituati ad andare in doppia cifra, traguardo che quest’anno sembra abbastanza lontano. Sarà sufficiente fare più gol per non regalare punti come all’Inter, o anche a Lecce?

Chiaro che, se nelle prime giornate avevi una delle difese più forti, nelle ultime ne hai presi anche troppi, cioè 9 in 5 giornate, quando nelle precedenti 10 ne avevi subiti solo 6. E il dato, al di là delle avversarie più forti incontrate (ma prima c’erano anche Milan e Roma, l’Udinese sorpresa) è sconcertante.

Tra l’altro si accompagna a un cambio di atteggiamento che però non può essere la causa, da solo: nel senso che all’inizio ci si meravigliava per la metamorfosi dell’Atalanta, che stava più coperta, non prendeva gol e vinceva di misura, magari con un solo tiro in porta o quasi, come a Roma, 4 occasioni da gol contro 18 dei giallorossi. Ma la Dea aveva vinto grazie a un bel gol di Scalvini servito da Højlund.

Da alcune giornate si è visto invece con soddisfazione il ritorno dell’Atalanta aggressiva, che gioca con intensità e qualità. Però prende anche più gol… E i nerazzurri non segnano molto, per cui succede che giochino alla pari (col Napoli) o meglio (con l’Inter) degli avversari, però il risultato è sempre negativo. Un altro aspetto che ha sottolineato anche Gasperini sono i gol presi nell’area piccola e qui bisognerebbe capire. Sono stati fatti errori da Demiral col Napoli e con l’Inter, cioè da un difensore sempre molto affidabile, però si potrebbe riflettere su Musso: almeno nella sua area, dovrebbe essere più padrone il portiere.

Insomma, qualche spiegazione c’è, considerando questi numeri, anche per la sconfitta con l’Inter. Comunque immeritata e pure sfortunata per un autogol e mezzo. Poi pensi che i punti non andavano sprecati a Lecce, ma  il gioco, la reazione, l’orgoglio si sono visti contro la squadra di Simone Inzaghi.

Altro elemento molto evidente ormai da diverse partite: con i cambi non hai più l’effetto rimonta o la capacità di ribaltare le partite che avevi soprattutto quando entrava Muriel e non solo. Contro l’Inter ha fatto il suo Højlund, senza incidere. Ha inciso invece in negativo Malinovskyi, che ha perso palloni preziosi, per esempio nell’azione del 2-1 per l’Inter.

Ora la lunga sosta (si riprende il 4 gennaio) e spazio ai confronti mister-società, dopo le esternazioni di Gasperini. Vedremo se arriverà anche la voce della proprietà e quindi di Pagliuca, che era a Bergamo, se non di Percassi.

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