Omicidio Bonomelli: “Io e Angelo amici da una vita, mai creduto a un malore” video

Trescore Balneario. Al centro anziani non si parla d’altro. “Ecco, un altro giornalista! – esclama in bergamasco un signore al tavolo mentre gioca a carte -. Per oggi basta, ho già detto abbastanza”. Indica con il dito una pagina di giornale: ci sono la sua foto e la sua testimonianza. “Se vuole parlare con qualcuno che conosce bene il signor Bonomelli, vada dal ‘Paulì'”. “Sì, il ‘Paulì’ – conferma un altro, facendo un cenno con la testa -. Erano sempre insieme. Dove c’era uno c’era anche l’altro”.

“Paulì” risponde al nome di Paolo Patelli, 84 anni. Insieme alla moglie Lidia, vive in una villetta a poca distanza dal centro abitato di Trescore. “Angelo lo conoscevo da una vita – racconta -. Andavamo a giocare a carte insieme e non so quante volte siamo andati a trovarlo a Sant’Omobono”. A Villa Ortensie: il complesso che l’imprenditore Angelo Bonomelli ha acquistato negli anni Ottanta per farne un centro termale.

Il suo corpo è stato trovato senza vita mercoledì mattina (9 novembre) al posto da guidatore della sua auto, in un parcheggio tra i capannoni a Entratico. Considerata l’età piuttosto avanzata dell’uomo – 80 anni – in un primo tempo si è pensato a una morte naturale. Poi, grazie a un’indagine lampo dei carabinieri, si è scoperto che sarebbe stato narcotizzato e rapinato da un gruppo di almeno quattro persone, attualmente in carcere a Bergamo. Gli hanno portato via contanti, cellulare e sfilato dal polso l’inseparabile orologio d’oro.

“Io non ho mai pensato a un malore – commenta Patelli -. Subito, quando ho saputo che non era tornato a casa, ho pensato ad altro. C’era chi gli diceva di non dare troppa confidenza a certe persone”. Le stesse, forse, arrestate dai carabinieri? Dà l’impressione di annuire, ma la risposta non è netta.

Secondo il suo racconto, Bonomelli era un uomo “in forze”, nonostante gli acciacchi dell’età.  “D’inverno lo vedevo uscire in camicia. Era uno tosto, un personaggio”. “Un uomo brillante e originale – aggiunge la moglie -. Ricordo ancora quando veniva a casa a curarci con le sue ortiche e ci portava i fanghi dalle terme. Posso solo parlare bene di lui”.

Il giorno precedente al ritrovamento, Patelli e l’amico si erano visti al centro anziani di Trescore. “C’ero rimasto male perché non mi aveva chiamato per giocare a carte”. Ricorda che “gli squillava il telefono, qualcuno l’aveva cercato un paio di volte. Gli ho detto ‘dai Angelo, fermati che facciamo ancora due partite! Non diceva mai di no. Ho insistito, ma quel giorno è voluto andare via. ‘Ho un appuntamento’, ripeteva. Saranno state le quattro e mezza del pomeriggio, poi non l’ho più visto”.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’appuntamento era con Matteo Gherardi, 33enne di Gaverina Terme che si sarebbe offerto di rilanciare i canali social di Villa Ortensie, un ruolo che avrebbe millantato appositamente per agganciare Bonomelli. Insieme a lui sono finiti in carcere il padre Luigi, 68 anni, la fidanzata Jasmine Gervasoni, 23 anni, e Omar Poretti, 24 enne di Scanzorosciate. Matteo Gherardi, in particolare, avrebbe precedenti penali specifici: ovvero, non sarebbe nuovo a compiere rapine di questo genere, ‘anestetizzando’ le vittime e per questo sarebbe stato denunciato anche da un parente. Sua zia.

Per il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni l’accusa è omicidio volontario con dolo eventuale, visto che la rapina – da mille, duemila euro al massimo – è degenerata a causa del farmaco narcotizzante disciolto in una bevanda offerta alla vittima, il cui cuore non ha retto. Sabato mattina (12 novembre) i quattro potranno fornire la loro versione dei fatti durante l’interrogatorio col gip.