Nella prima udienza del processo a suo carico è rimasto in assoluto silenzio Davide Fontana, il 43enne accusato dell’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione di Carol Maltesi, la 26enne uccisa in un appartamento di Rescaldina, nel Milanese, prima di essere fatta a pezzi, congelata e gettata in alcuni sacchi in un dirupo alle Paline di Borno, al confine tra le province di Brescia e Bergamo.
Lunedì 24 ottobre in corte d’Assise a Busto Arsizio sono state depositate le liste dei testimoni, tra le quali figura anche l’ex moglie del bancario e food blogger: la donna, chiamata a testimoniare dal pubblico ministero, potrebbe però rifiutarsi di deporre per via della “Facoltà di astensione dei prossimi congiunti” contemplata dall’articolo 199 del Codice di procedura penale e che si applica anche ai coniugi separati.
Come già accaduto una decina di giorni fa, in sede di udienza preliminare, i giudici d’Assise hanno poi rigettato nuovamente la richiesta dei legali di Fontana di poter beneficiare del rito abbreviato, che prevede uno sconto pari a un terzo della pena in caso di condanna.
Decideranno invece più avanti sull’altra richiesta dell’avvocato difensore Stefano Paloschi (alla quale si sono opposti i legali di parte civile), di disporre una perizia su Fontana per acccertarne la capacità di intendere e volere: a supporto hanno anche depositato una consulenza tecnica dalla quale sono emersi “tratti personologici patologici di tipo ossessivo, narcisistico e dipendente che possono indicare un disturbo di personalità”.
La prossima udienza è in calendario il prossimo 28 novembre: in quella sede saranno chiamati a deporre i carabinieri che hanno svolto le indagini sull’omicidio avvenuto nel mese di gennaio e scoperto il 20 marzo con il ritrovamento dei quattro sacchi neri che contenevano i resti di Carol Maltesi.
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