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Lo scontro tra medici e regione

“Infermieri supplenti dei medici di famiglia? Non si coprono così le carenze del sistema”

Le dichiarazioni dell'assessora al Welfare Letizia Moratti hanno scatenato le ire dei camici bianchi e delle loro sigle sindacali e professionali

Nuovo capitolo dello scontro fra i medici e la vicepresidente della Regione, Letizia Moratti.

A scatenare la bufera le dichiarazioni di mercoledì al convegno del Sidmi dell’assessora al Welfare sul nuovo ruolo e le maggiori responsabilità per gli infermieri che “avranno un ruolo anche in tema di cure primarie – ha detto durante il convegno – offrendo supporto e supplenza per affrontare la carenza di medici di medicina generale”. Frase che ha scatenato le ire dei camici bianchi e delle loro sigle sindacali e professionali.

Anaoo-Assomed Lombardia – si legge in una nota – esprime il proprio dissenso, ricordando come la professione di medico, sia esso di medicina generale, ospedaliero o specialista, è imprescindibile e insostituibile. L’Assessora ha dichiarato che per ovviare alla carenza dei medici di medicina generale, gli infermieri fungeranno da supplenti dei medici, per poi correggersi attraverso una nota della Direzione Generale Welfare e affermare che le due professioni sono sinergiche e complementari, non certo alternative”.

Il sindacato interviene commentando che “non è possibile far fronte ai buchi e alle carenze di un sistema sanitario in tracollo tramite la progressiva sostituzione dei medici con figure pensate come ‘sostitutive’: medici e infermieri collaborano e compongono la strutturata equipe che agisce in virtù del bene del paziente e di un servizio accorto alle necessità soggettive, tuttavia, l’uno non può sostituire l’altro e viceversa. Diversamente, l’attenzione e l’analisi della governance dovrebbe contrastare l’esodo inascoltato dei medici dagli ospedali pubblici a causa di ambienti di lavoro insopportabili, con carichi di lavoro schiaccianti, intollerabili e opprimenti”.

“Rimaniamo inascoltati, ma non muti – afferma Stefano Magnone, Segretario di Anaoo Assomed Lombardia operativo nell’Unità di Chirurgia I dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo -. Siamo aperti al dialogo e ben lieti che l’Assessora abbia rivisto e corretto le proprie affermazioni, come sindacato speriamo in una presa di coscienza riguardo quello che è il ruolo del medico in rapporto all’insieme di professionisti sanitari che ruota attorno al paziente. La nostra linea operativa è tarata su un’ottica di confronto e miglioramento del servizio ai cittadini, senza però tralasciare gli interessi legittimi dei colleghi.”

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