Fara Gera d’Adda. Nel corso della notte tra martedì e mercoledì i Carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato Carlo Fumagalli, 49 anni, ritenuto responsabile di aver provocato la morte per annegamento della propria compagna, Romina Vento di anni 44.
Il decesso nella tarda serata di martedì: l’uomo conduceva l’auto di famiglia con a bordo la vittima: lungo l’argine del fiume Adda di Fara Gera, si sarebbe lanciato con il veicolo in acqua.
Allo stato l’accusa per l’uomo è di omicidio volontario aggravato.
Alcuni testimoni oculari avrebbero visto l’autovettura che a velocità sostenuta passava nel varco esistente tra due tratti di guard-rail della strada che costeggia l’Adda terminando la corsa nel letto del fiume, dove si è inabissata quasi completamente.
I testimoni avrebbero udito una voce femminile chiedere aiuto e successivamente, accese le torce dei cellulari, avvistato un uomo che, nuotando fino alla lingua di terra che si erge in mezzo al fiume, scompariva dentro tra la folta vegetazione presente.
Allertati i soccorsi sul posto sono tempestivamente giunti i carabinieri della Compagnia di Treviglio e quelli del Nucleo Investigativo di Bergamo, che hanno subito avviato le ricerche dell’uomo ed eseguito il sopralluogo; i sommozzatori di Treviglio, che dopo circa un’ora di ricerche in acqua hanno rinvenuto lontano dal veicolo sommerso il corpo della donna fuoriuscita dall’abitacolo, e i sanitari del 118 i quali, eseguite invano le manovre rianimatorie, constatavano l’avvenuto decesso.
Nel frattempo il personale dei vigili del fuoco, oltre che garantire la necessaria illuminazione a mezzo dei fari in dotazione, ha proceduto al recupero della vettura dal fondo del fiume.
Intanto le ricerche dell’uomo estese dai Carabinieri anche sull’altra sponda dell’Adda. A distanza di circa 3 ore dal fatto è stato rintracciato mentre vagava per strada nel territorio di Vaprio d’Adda (MI): è stato quindi condotto in caserma a Treviglio per comprendere quanto accaduto.
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Le indagini, condotte per tutta la notte dai militari della Sezione Operativa di Treviglio, hanno consentito, oltre che di ricostruire gli eventi, di formulare l’ipotesi di omicidio volontario, per la quale l’uomo è stato tratto in arresto.
Recuperata dall’acqua, la salma è stata trasportata per la successiva autopsia nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
L’arrestato nella mattinata è stato condotto nel carcere di Bergamo, e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
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