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Qui pechino

A qualcuno piace curling, azzurro, meglio ancora d’oro

Stefania e Amos hanno tenuto tanti incollati al video, a fare il tifo per la coppia italiana che alle Olimpiadi di Pechino ha sbaragliato il campo, anzi il ghiaccio, piazzando le stones nella house

Italiani popolo di poeti, santi e navigatori. Così narra la leggenda, no? E magari anche cantanti, davanti alla tv o allo specchio, o sotto la doccia.

Da domani, anzi da ieri, siamo tutti pazzi per il curling. Tutti stupiti dalla bravura di Stefania&Amos, gli azzurri esordienti alle Olimpiadi che hanno sbaragliato avversari ben più abituati alle grandi competizioni. E battuto atleti di un Paese, la Norvegia, abituato a essere sempre il primo alle Olimpiadi invernali. Quindi anche nel curling. Però, non di fronte all’Italia.

Ma chi si azzarda a maneggiare per ore una pietra (la stone) di granito che pesa 20 chili per farla scivolare sul ghiaccio e mandarla a casa (la house), cioè al centro del bersaglio?

Ci vuole allenamento, parecchio.

Campi da gioco, mica tanti. In Lombardia, sono a Bormio, a Sesto San Giovanni. Ne hanno a Cortina, per forza, se non ci sono lì e dove se no? A Pinerolo, chiaro, li avevano preparati per le Olimpiadi del 2006, anno in cui questo sport ha vissuto in Italia il suo momento di gloria. Niente a che vedere, però, con le ‘bocciate’ del doppio misto azzurro a Pechino 2022.

Ci vuole allenamento, appunto.

Difficile vedere sui campi di curling giocatori con la pancia, che non avrebbero problemi invece a presentarsi sui campi di bocce, sport antichissimo che risalirebbe addirittura al 7.000 avanti Cristo, in Turchia. Ed è praticato da gente di tutte le età, dai più giovani ai novantenni. Sono anche 100mila tesserati per un milione di praticanti, in Italia.

Il curling ha poco meno di 500 praticanti in tutta Italia, eppure è già una miniera d’oro.

Concentrazione, precisione, pazienza e gioco di squadra, fondamentale anche in due: sono gli ingredienti del successo di Stefania Constantini e Amos Mosaner. Lei, 22 anni di Cortina, innamorata del curling fin da piccola, quando cominciò a giocare coinvolta da un’amica. Ragioniera, in realtà faceva la commessa prima di scoprire che poteva dedicarsi davvero alle bocce sul ghiaccio. Soprattutto al primo e all’ultimo punto. Ai tiri di mezzo ci pensa Amos, papà ex giocatore di curling, perciò già cresciuto con le mani su questa specie di pentole a pressione che sono le stones. Amos che ha sempre giocato a curling ed è alla sua seconda Olimpiade, ma…ma non c’è confronto con i brividi provati a Pechino: percorso netto, nove vittorie su nove. L’ultima bocciata sempre riservata a Stefania-occhi-di-ghiaccio. Dotata di una calma olimpica, appunto.

Hanno bucato il video con scope e spazzole a tutte le ore, scivolando sul ghiaccio con quelle scarpe che sembrano ferri da stiro, di notte e dopopranzo, più svegli dell’ammazzacaffè. Ora non andranno a Sanremo perché è già finito.

Andranno da Mattarella: ed è una certezza, come questo curling d’oro, di cui non si riparlerà solo tra quattro anni.

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