Bergamo. Un centinaio di pagine con presunti errori e negligenze nella gestione della pandemia in Bergamasca. Venerdì mattina il biologo Andrea Crisanti ha consegnato al procuratore di Bergamo Antonio Chiappani la sua perizia in cui ricostruisce quei tragici primi mesi del 2020 in cui nella nostra provincia, a partire dalla Val Seriana, si piangevano centinaia di vittime ogni giorno per il Covid: “Seimila morti su una popolazione di un milione, un disastro”, il suo bilancio.
Il consulente nominato dalla procura ha lavorato un anno e mezzo. Un’attività impegnativa, anche dal punto di vista personale: “Non posso negare che è stata dura svegliarsi ogni mattina e operare con il pensiero di migliaia di morti. Speriamo almeno, anche grazie a questa relazione, di poter chiarire come sono andate le cose. Lo dobbiamo alle tante famiglie che hanno pianto i propri cari”.
A partire dall’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, dove i magistrati bergamaschi ritengono che diverse irregolarità contrassegnarono la chiusura e la riapertura poche ore dopo quando furono scoperti i primi pazienti di Covid quella – tristemente famosa – domenica 23 gennaio 2020: “In realtà in quel momento all’interno della struttura c’erano già 100 infetti”, ha svelato Crisanti.
Gli indagati per epidemia colposa e falso, a vario titolo, al momento sono l’ex dg del Welfare lombardo Luigi Cajazzo, l’allora suo vice Marco Salmoiraghi, la dirigente Aida Andreassi, Francesco Locati e Roberto Cosentina, il primo dg e il secondo ex direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, questi ultimi due anche per falso ideologico. C’è poi Ranieri Guerra, il direttore aggiunto dell’Oms indagato per “false informazioni” ai pm nel filone d’indagine sul piano pandemico e le attività di preparazione dell’Italia in vista di un’eventuale pandemia.
Nel filmato Crisanti svela in parte quanto emerso dalla sua perizia, anche sulla mancata zona rossa in Val Seriana.
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