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Presa di posizione

Rifondazione Comunista: “Il nuovo Consiglio Provinciale? Draghismo in salsa orobica”

Marco Sironi e Tiziano Belotti del Partito della Rifondazione Comunista federazione di Bergamo commentano l'insediamento del neo eletto Consiglio Provinciale a guida Pasquale Gandolfi e l'assegnazione delle deleghe

Bergamo. Marco Sironi e Tiziano Belotti del Partito della Rifondazione Comunista federazione di Bergamo commentano l’insediamento del neo eletto Consiglio Provinciale a guida Pasquale Gandolfi e l’assegnazione delle deleghe.

“Nella prima riunione, di martedì 11 gennaio, del neo eletto Consiglio Provinciale sono state approvate all’unanimità (dalla Lega al Pd, passando per i moderati e per il Consigliere vicino a Fratelli d’Italia) le linee programmatiche – scrivono Sironi e Belotti -. Il Presidente, in modo bipartisan, ha distribuito le deleghe a quasi tutti/e i/le consiglieri/e di qualunque forza politica presente in Consiglio. Tra queste il gruppo leghista e quello dei “Civici moderati”, il primo di destra e il secondo di centro, ottengono deleghe pesanti: addirittura “Opere pubbliche ed infrastrutture” ai padani e ” Patrimonio e pianificazione scolastica”, su cui l’ente Provincia ha da sempre grandi competenze essendo proprietario o gestore di molti plessi delle scuole superiori pubbliche e dei Cfp della bergamasca, ai moderati. Deleghe che non lasciano prefigurare nulla di buono”.

“Ci troviamo di fronte ad un calderone indigeribile dove c’è tutto e il contrario di tutto, per accontentare e tacitare l’intero caravanserraglio politico-istituzionale – continuano i due rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista -. In politica che un programma venga approvato unanimemente da destra e sinistra (o presunta tale) non è per niente un fatto positivo. In politica ci sono programmi e idee diverse che si confrontano, si scontrano e che possono trovare sintesi parziali su alcuni temi ma non su tutto. Siamo al consociativismo puro, che era già nelle corde dell’ avere un candidato unico presidente. O meglio: siamo al “draghismo” in salsa orobica, dove le forze politiche, come attori del film “tutti insieme appassionatamente”, dichiarano a parole di operare per il bene dell’intera provincia ma di fatto fanno il bene solo di qualcuno”.

“Siamo nel segno inequivocabile del liberismo che disegna un territorio fatto di grandi infrastrutture (come l’autostrada Bergamo/Treviglio, agognata in modo bipartisan) inutili, distruttive di ambiente, lavoro e qualità della vita. Uno sviluppo distorto che era già fallito prima del Covid e che oggi, di fronte ai drammi aperti dalla pandemia e alle ingiustizie sociali che si sono aggravate, è perfino ridicolo e di cattivo gusto riproporre – concludono -. Come Rifondazione Comunista ci dissociamo pertanto da questo modo di procedere battendoci affinché venga abolita la legge Del Rio e tornino i/le cittadini/e a votare Presidente e Consiglio Provinciale su programmi ben definiti ed alternativi l’uno all’altro. Anche questa istituzione, come tutte, necessita per vivere che vi circoli aria fresca e movimentata da un confronto vero, per non imputridire autoreferenzialmente nel chiuso di asfittiche stanze di potere sempre più lontane dal corpo vivo della società”.

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