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Al via il processo

Dalmine, ucciso nel suo ristorante: chiesta la perizia psichiatrica per il figlio di Colleoni

Giovedì mattina Francesco, cuoco 34enne, si è presentato di fronte alla Corte d'Assise: non ricorda di aver ucciso il padre

Capelli lunghi, camicia a quadri e jeans. Giovedì mattina Francesco Colleoni, cuoco 34enne di Dalmine, si è presentato di fronte alla Corte d’Assise di Bergamo come unico imputato per l’omicidio del padre Franco, 68 anni.

Il delitto lo scorso 2 gennaio. Quel giorno, un freddo sabato mattina d’inverno, nel cortile del ristorante di famiglia Il Carroccio a Brembo di Dalmine, Francesco avrebbe colpito alla testa suo papà con una pietra fino a ucciderlo.

Quella che inizialmente sembrava una rapina finita nel sangue, con il passare delle ore si rivelò un violento litigio tramutato in tragedia.

Il 34enne venne arrestato dopo meno di 24 ore per una serie di incongruenze nelle sue deposizioni davanti agli inquirenti. A quel punto ammise l’acceso diverbio per motivi di gestione del ristorante, ma spiegò di non ricordare di aver colpito a morte Franco Colleoni, acceso sostenitore leghista e in passato ai vertici della sezione bergamasca.

In carcere a Bergamo da 5 mesi, dove riceve spesso visite della madre Tiziana e del fratello Federico, giovedì l’imputato è giunto di fronte alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo per la prima udienza del processo in cui è accusato di omicidio volontario aggravato da rapporto di parentela.

Il suo avvocato Enrico Cortesi ha presentato tre eccezioni sulle fasi di indagini svolte dalla polizia giudiziaria subito dopo l’omicidio, dal capo d’imputazione incompleto, alle dichiarazioni rese dal suo assistito, al prelievo salivare fino alle intercettazioni telefoniche.

Tutte sono respinte dalla Corte, tranne quella delle intercettazioni sulla quale il giudice si è riservato la decisione.

Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha avanzato la richiesta, accolta anche dalla difesa, la perizia psichiatrica per capire se l’imputato è in grado di intendere e di volere.

La prossima udienza, in cui il giudice esporrà la decisioni sulle domande delle parti, è stata fissata per il 17 giugno, poi se ne riparlerà a settembre.

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