Le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Partito Democratico, piovute nel pomeriggio di giovedì con un messaggio su Facebook, a Bergamo hanno sorpreso alcuni Dem mentre altri si aspettavano un gesto simile. Ma in terra orobica quelle dimissioni vengono respinte e non si vuole sentire parlare di congressi. In vista dell’assemblea nazionale (13 marzo) molti sperano che entro quella data vengano ritirate.
“Oggi, nel pieno di questa emergenza sanitaria ed economica, il PD unito, dai circoli fino al livello nazionale, deve concentrarsi nell’azione del governo Draghi per risolvere i problemi delle italiane e degli italiani, sempre più gravi a causa del perdurare della pandemia – commenta Davide Casati, Segretario Provinciale PD Bergamo -. Ipotizzare congressi o sostituzioni dei gruppi dirigenti oggi, in questa situazione così delicata, crea tra le persone ancor più disorientamento, sfiducia, distanza, delusione. Mi auguro quindi che Nicola Zingaretti rimanga a guidare il nostro partito per affrontare questo momento difficile per il Paese. Ci sarà tempo, terminata questa fase, per riflettere e decidere su tutto il resto. Ora concentriamoci solo sui bisogni delle persone, delle famiglie e della aziende. Serve ascolto, prossimità, azione. Per l’Italia, per tutti noi”.
“Non me le aspettavo queste dimissioni soprattutto in un momento così difficile della vita del Paese sotto tutti i punti di vista. Questo è il tempo per serrare i ranghi e non creare vuoti, affrontare i problemi e dare tutto il nostro contributo in termini di impegni e proposte a partire dell’azione del governo Draghi. Non è il tempo delle dimissioni e dei congressi” afferma l‘onorevole Giovanni Sanga.
“Le dimissioni di Nicola Zingaretti non erano una cosa imprevista. Nelle settimane scorse se ne parlava all’interno del partito e sui giornali – afferma Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al bilancio del Comune di Bergamo -. Dimissioni che verranno sicuramente respinte nell’assemblea del 13 e 14 marzo, alla quale parteciperò. Non è tempo di dimissioni, né di congressi, ma di certo questa sia l’occasione per fare chiarezza in questo momento delicato. Le diverse anime del Partito Democratico sono abituate ai confronti, ma poi ritrovino l’unità nel sostenere il segretario nell’esperienza che ci ha portato fino a qui. Trovo le polemiche delle ultime settimane inaccettabili ed eccessive. Ora però è tempo di ricomporre, ci sia un’agenda politica precisa che espliciti il ruolo del Pd in un contesto che è completamente cambiato, non presidiamo più alcuni incarichi importanti ma dobbiamo incidere sulle scelte. Credo che l’assemblea di settimana prossima sia l’occasione per fare chiarezza all’interno del partito per riprendere una nostra linea. Ho votato Zingaretti e credo abbia svolto bene il proprio compito. La fase che stiamo vivendo è superabile”.
E Antonio Misiani, senatore, commenta: “Nicola Zingaretti ha ragione a denunciare un dibattito interno che si è inasprito oltre ogni misura, concentrandosi su organigrammi e conte interne anziché sulla necessità – per usare le sue parole – di un congresso politico sull’Italia e la fase nuova che si è aperta con il governo Draghi. È un dovere di tutti e tutte riportare il confronto nel Pd sul terreno delle idee e delle politica, condizione necessaria perchè Zingaretti ritorni sui suoi passi e continui a guidare il Pd in una fase così drammatica per l’Italia”.
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
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