Dalle 13.15 di mercoledì 3 febbraio Mario Draghi è il nuovo presidente del Consiglio incaricato. La virata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’ex leader della Bce è arrivata nella serata di martedì, una volta appresa l’impossibilità di formare quello che si sarebbe chiamato Conte ter.
Ma la carta giocata da Mattarella, dopo il nulla di fatto dell’esploratore Roberto Fico, scuote la politica.
Il Movimento 5 Stelle è diviso: c’è chi vorrebbe provare a dialogare col nuovo esecutivo e chi invece non vuole sostenere il governo che Draghi proverà a formare. “Credo che la scelta di Mattarella fosse purtroppo l’unica soluzione per uscire dallo stallo che ha creato Renzi – spiega la trevigliese pentastellata Guia Termini -. Ovviamente rispetto la decisione del presidente della Repubblica, ho temuto da subito che la strada sarebbe stata questa e non un Conte ter. Ma ritengo che in un momento come questo serva un governo politico, quindi a prescindere dal confronto interno che c’è in questo momento nel nostro gruppo, personalmente posso dire che Draghi non è la figura a cui posso dare fiducia. Il Movimento si spaccherà su Draghi? Spero non succeda. In ogni caso io non lo voterò”.
Sulla classica via di mezzo c’è la Lega, che non si vuole mettere di traverso ma sogna di far tornare il Paese alle urne: “Sarebbe la soluzione migliore – sottolinea Simona Pergreffi -, perché in sistuazioni così la voce del popolo è la sola che dovrebbe essere ascoltata. La Lega non ha comunque nessun pregiudizio sul nome di Mario Draghi, personalità importantissima, ma prima di prendere una qualsiasi decisione sul sostenere o meno il suo governo aspettiamo di confrontarci. Ora come non mai bisogna pensare al bene degli italiani”.
C’è poi Forza Italia, con Alessandra Gallone che si riserva di giudicare l’esecutivo di Draghi solo dopo aver scoperto i contenuti sui quali pensa di lavorare: “Abbiamo una grande stima di Mario Draghi, che non a caso venne sostenuto da Berlusconi in persona quando si candidò alla presidenza della Bce – commenta la senatrice bergamasca -. Parliamo di una personalità molto conosciuta e stimata a livello internazionale. Ma noi non ci saremo a prescindere, aspettiamo prima di capire i contenuti del suo governo. Se questi andranno nella direzione giusta, allora anche noi potremo far parte del suo percorso. La cosa più importante – conclude Gallone – è che l’Italia sia uscita dall’impasse di un Conte ter: come avrebbe potuto funzionare dopo quello che è successo nelle ultime settimane?”.
Sulla strada dei convinti, infine, ci sono Cambiamo! e Pd: “I prossimi sei mesi saranno determinanti per cercare di costruire una prospettiva di futuro ai nostri figli – ha scritto Alessandro Sorte sul proprio profilo Facebook -. Mario Draghi ha lo spessore e la credibilità internazionale per guidare con autorevolezza il nostro Paese. Abbiamo il 170% di debito pubblico e un Pil che ha segnato -9% nel 2020. La politica ha il dovere di unirsi per portare l’Italia fuori dalla palude”.
“Il Pd in questo anno e mezzo di governo ha contribuito a dare forza e stabilità al governo – è invece il commento di Elena Carnevali -. Abbiamo ritenuto questa crisi un qualcosa di assurdo. Il Conte ter aveva tutte le condizioni per partire, si era lavorato per giorni. La sostanza c’era, è mancata solo la volontà di qualcuno che ha un nome e un cognome. Draghi avrà sicuramente il nostro sostegno, dobbiamo preservare il credito che l’Italia ha nei confronti dell’Europa. In tutto questo spicca comunque la grande lucidità di Mattarella. Ora dovremo dare una risposta concreta e tangibile al Paese: con Draghi si può fare”.
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