Mario Gualeni, già segretario provinciale della Cisl di Bergamo e sindaco di Castro, piccolo Comune dell’alto Sebino, esprime il proprio dissenso sui “provvedimenti restrittivi del Governo in tema di spostamenti nell’ambito del territorio comunale.
Li ritengo discriminanti tra cittadini residenti nelle città che possono spostarsi a piacimento in un territorio comunale molto vasto e quelli dei paesi (242 in Bergamasca) che sono obbliogati a rimanere nel loro comune. Inoltre i residenti in città possono muoversi a piacimento trovando nel loro perimetro aperte tutte le attività commerciali con ogni tipo di prodotto mentre noi dei paesi se vogliamo cercare una merce o un regalo appropriato per i nostri nipoti dobbiamo uscire dal territorio comunale portando obbligatoriamente un’autocertificazione.
Oltretutto è giusto aprire le attività commerciali, ma bisogna anche consentire a noi dei paesi di potervi accedere per comprare, considerato che i centri commerciali sono concentrati in zone abbastanza strategiche di una zona, altrimenti è un po’ una presa in giro per i commercianti.
D’accordo sull’adottare misure restrittive, obbligo mascherine, distanze, nessun assembramento ecc… per prevenire contagi, ma non mi sembra giusto adottare misure uguali per situazioni che sono francamente diseguali.
Per non dire della ventilata apertura dei ristoranti nei giorni delle feste natalizie: come facciamo ad accedervi se siamo obbligati a rimanere nel nostro comune?”
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