“Sono uno dei tanti cittadini anziani che sta aspettando il vaccino anti-influenzale ma il medico di famiglia mi dice che non è ancora disponibile, eppure ho 92 anni, dovrei vaccinarmi come del resto faccio ogni anno”: a parlare così, in un’intervista all’edizione milanese del Corriere della Sera, è Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo.
Garattini, come tutti gli over 65, rientra a pieno titolo in una delle categorie considerate prioritarie per la somministrazione del vaccino che, assicurano dalla Regione, entro venerdì sarà a disposizione dei medici e in distribuzione in farmacia, nella quota di 300 dosi ciascuno.
Un ritardo che il professor Garattini reputa “molto preoccupante”, in quanto la Regione avrebbe dovuto essere in grado di rispettare i tempi della campagna vaccinale: in questo modo, sottolinea, “si deteriora la fiducia della popolazione negli amministratori, che proprio adesso, alle soglie del vaccino contro il Covid, non deve verificarsi”.
Sull’importanza dell’antinfluenzale, oltre a quella di creare una differenziazione tra malati di influenza e persone colpite dal coronavirus, Garattini cita anche alcuni nuovi studi internazionali, secondo i quali campioni consistenti di over 60 vaccinati per l’influenza non sviluppano il Covid nel 15% dei casi.
Una battuta anche sulla sua attesa del vaccino: nonostante possa ottenerlo chiedendo aiuto alle aziende farmaceutiche, il fondatore del Mario Negri ha fatto sapere che attenderà, come tutti, il suo turno in coda.
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