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Confartigianato

Zona rossa: “Assurda la chiusura dei centri estetici attrezzati e sicuri”

“L’appello che facciamo al Governo è che modifichi questa assurda disparità autorizzando lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone 'rosse' come la nostra, così come già previsto per i saloni di acconciatura, a tutela della salute dei cittadini, dell’economia del settore e del nostro territorio”

Confartigianato manifesta la propria incredulità e contrarietà per l’esclusione delle imprese di estetica contenuta nell’allegato 24 al Dpcm del 3 novembre 2020, che ha elencato le attività di
servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse” di cui Bergamo e la Lombardia fanno parte.

“Confartigianato Imprese Bergamo, che rappresenta numerosissime attività di estetica della nostra provincia, sta raccogliendo in queste ore lo sconforto di artigiane e artigiani che, fin dalla riapertura consentita dopo il primo lockdown, lo scorso 18 maggio, avevano applicato tutti i protocolli per garantire massima sicurezza a sé stessi, ai loro collaboratori e ai  loro clienti”. A parlare è il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo, Giacinto Giambellini, che si fa portavoce di un malessere diffuso nella categoria, obbligata a riabbassare nuovamente le serrande. Ed evidenzia come non siano state finora fornite motivazioni valide sul perché il Governo abbia deciso di consentire per esempio ai saloni di acconciatura di rimanere aperti mentre i saloni estetici (attività molto simili) no.

“Questo provvedimento – insiste – è gravemente penalizzante perché va a colpire un’intera categoria di professionisti che, per la sicurezza, per la sanificazione igienico-sanitaria costante, per il contenimento del contagio, per l’adozione di strumentazioni e le regole sul distanziamento e anti-assembramento, ha fatto investimenti considerevoli la scorsa primavera. Come del resto hanno fatto gli acconciatori, dimostrando grande senso di responsabilità e rispetto delle regole. I nostri centri estetici, provati come tutti da un periodo di chiusura forzata, con mancati guadagni, con personale in cassa integrazione (quando è stato possibile), avevano riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, mettendo in atto quella sicurezza e protezione che durante il lockdown è stata fortemente messa a rischio dal dilagare degli operatori abusivi. Una piaga da sempre esistente ma che in quel periodo così devastante che abbiamo vissuto, si è ulteriormente acuita”.

Confartigianato evidenzia, tra le conseguenze di questa serrata obbligata, il disagio crescente tra i cittadini, che sono privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili
al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale la stessa comunità scientifica attribuisce grande importanza.

“L’appello che facciamo come Confartigianato al Governo – conclude il presidente Giambellini – è che modifichi rapidamente questa assurda disparità autorizzando lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone ‘rosse’ come la nostra, così come già previsto per i saloni di acconciatura, a tutela della salute dei cittadini, dell’economia del settore e del nostro territorio”.

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