Un’interrogazione scritta, per chiedere la possibilità che Bergamo e la sua provincia vengano escluse dalla zona rossa nella quale è stata inserita la Lombardia in base alle valutazioni dell’ultimo Dpcm che entrerà in vigore da venerdì 6 novembre.
A presentarla al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza è stato il parlamentare bergamasco di Cambiamo! Stefano Benigni, che ha argomentato la richiesta partendo dai dati epidemiologici dell’ultimo periodo.
“L’identificazione dell’intera Regione Lombardia come ‘zona rossa’ è un errore macroscopico – sottolinea -. I dati epidemiologici mostrano infatti differenze, spesso marcate, tra i diversi territori della regione per cui, se da un lato sono comprensibili l’attenzione e la prudenza per la situazione di alcune province, dall’altro si rischia di penalizzare ingiustamente aree che non vivono particolari criticità. Questo è il caso della provincia di Bergamo, tra le più colpite dalla prima ondata Covid, che oggi non desta allarmi tali da giustificare il lockdown, a maggior ragione vista la presenza dell’ospedale allestito nella Fiera”.
“Le nuove limitazioni – prosegue – metteranno in ginocchio un’economia che è già duramente provata. Per questo ho depositato un’interrogazione e inviato una lettera al Ministro Speranza chiedendo la classificazione della provincia di Bergamo in un diverso livello di rischio nonché la modifica del sistema stesso di classificazione dei territori per far sì che ogni decisione avvenga di concerto tra il Ministro della Salute e i Presidenti di Regione. Lancio un appello a tutti i parlamentari bergamaschi e ai consiglieri regionali affinché si impegnino per ottenere l’esclusione della provincia dalla zona rossa”.
Scrivendo a Conte e Speranza, Benigni ha chiesto che gli stessi si attivino di concerto con il presidente della Regione Lombardia al fine di “valutare compiutamente le reali condizioni sanitarie del territorio della Provincia di Bergamo, predisponendo a stretto giro misure proporzionate ed adeguate alle effettive esigenze di salvaguardia della popolazione”.
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