È atteso nella serata di martedì il nuovo Dpcm del Premier Conte con misure anti-Covid ancora più stringenti per cercare di contenere la seconda ondata di contagi, con poche regole uguali in tutta Italia ma restrizioni differenziate per zone. La giornata però sarà lunga, con diversi tavoli di confronto per limare gli ultimi dettagli. Come quello convocato alle 15.30 con i rappresentanti delle Regioni, ma rinviato alle 17.30 perché non è ancora pronto il testo del Decreto.
Ancora non è noto cosa conterrà il testo del nuovo provvedimento, ma le indiscrezioni parlano di una didattica a distanza al 100 per cento alle scuole superiori, di limiti alla mobilità fra Regioni a rischio, di centri commerciali chiusi nel weekend e nei giorni festivi. E ancora: non apriranno i musei, le sale bingo e quelle scommesse, i mezzi pubblici potranno essere pieni al 50 per cento e ci saranno limiti alla circolazione delle persone di sera con un coprifuoco che scatterà, molto probabilmente, alle 21.
Ma la novità principale è che l’Italia sarà divisa per zone: rossa, arancione e verde. L’immagine che bisogna avere in mente è quella di un semaforo: il rosso segna lo stop, l’arancione il rischio e il verde il via libera. L’inserimento di una Regione in una delle tre fasce di criticità “avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute”.
Nella zona rossa, in cui sono state inserite Lombardia, Piemonte e Calabria, verrà applicato un lockdown cosiddetto “soft”: resteranno aperte solamente le industrie e le scuole fino alla prima media. Il resto seguirà le lezioni da casa. Chiusi tutti gli esercizi commerciali, compresi parrucchieri ed estetisti. Nessuna serrata per i servizi essenziali, ovviamente farmacie e supermercati saranno aperti al pubblico come a marzo scorso.
La seconda area è quella arancione di cui fanno parte Puglia, Liguria e Campania: i ristoranti restano chiusi, le loro serrande rimangono abbassate tutto il giorno e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Oltre quindi alla serrata dei locali, restano in vigore le regole generali.
E infine, l’ultima zona è quella verde, con regole meno rigide ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre. Qui rientra il resto di Italia. Si farà meno shopping perché i centri commerciali saranno chiusi nel weekend, il trasporto pubblico è dimezzato. Dopo la chiusura di cinema e teatri un altro colpo alla cultura: anche i musei restano chiusi.
Alle 21, poi, finisce la giornata: tutti dentro casa quando scatterà il coprifuoco nazionale, salvo ovviamente motivi di salute o lavoro.
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