“Bene il metodo definito tra Governo e Regioni, ma non è chiaro quali misure vadano associate a livello locale ai diversi livelli di contagio e di saturazione delle strutture sanitarie: lo capiremo nei prossimi giorni”. Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, a margine dell’incontro tra Regione Lombardia e i primi cittadini.
La situazione lombarda è tra le più critiche. “Siamo tra i livelli 3 e 4, è quindi molto probabile un’ulteriore ‘stretta’ delle relazioni sociali, anche se al momento non si parla di lockdown – prosegue Gori -. L’importante è che siano automatici anche gli aiuti economici per le imprese e i lavoratori cui si chiedono sacrifici per tutelare la salute pubblica”.
Bergamo continua ad essere la provincia lombarda meno colpita, ma l’indice RT è vicino a 1,5. “Un segnale che ci deve preoccupare e che al momento impedisce di immaginare misure più ‘leggere’ rispetto al resto della regione. Ho l’impressione che i cittadini bergamaschi non abbiano del tutto compreso che anche qui rischiamo una moltiplicazione dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. Così almeno parrebbe a giudicare dalla gente in circolazione nel fine settimana, in città come nelle valli”.
Vanno ridotti i movimenti e i contatti sociali. “Dobbiamo assolutamente fare in modo che RT scenda sotto 1. Per questo serve l’impegno di tutti: negli spazi pubblici, dove non è consentito nessun assembramento e le mascherine vanno sempre indossate correttamente, ma anche negli spazi domestici”.
I dati dicono che il 70% dei contagi avviene in famiglia. “È quindi fondamentale proteggere le persone anziane anche in casa, se possibile usando la mascherina, mantenendo la distanza di almeno un metro e arieggiando spesso gli ambienti – conclude Gori -. Anche i contatti con persone diverse dai propri congiunti vanno ridotti il più possibile: riprenderemo a invitare gli amici a cena quando tutto questo sarà passato”.
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